Ci mettevamo una ventina di minuti credo.
Tutti e cinque dentro una Fiat 124 verde scuro e dall’appartamento di Gela raggiungevamo la casa di Manfria.
Che fosse per il fine settimana oppure per buona parte dell’estate, io e miei fratellini avevamo le nostre biciclettine su cui fare comunque riferimento.
Il terreno sconnesso prossimo alla casa di villeggiatura immagino costringesse mio padre ad una guida più impegnata, mentre io e mio fratello, sopra le selle dei nostri mezzi eravamo simili a degli scoiattoli sugli alberi.
E cosi, con quella quasi famelica voglia di non stare fermi ma piuttosto di scorrazzare o di sguazzare nel caldo Mediterraneo, Manfria era per noi come un grande cane buono che da bambini si lascia quasi maltrattare.
Un cane randagio figlio di Manfria era il simpatico Billy, pelo marrone ramato, dimensioni medio piccole e carattere socievole. Qualche volta gli si dava una mano sedendo sul pavimento rialzato della veranda e maneggiando ora una forbice, ora una pinzetta per liberarlo da qualche parassita.
Le onde si susseguivano con ritmo variabile sull‘enorme specchio d’acqua che dalla veranda di casa si coglieva come da una torre di vedetta.
Nel silenzio della sera, si distinguevano chiare le note di On my own di Nikka Costa che fuoriuscivano da qualche lido distante circa un chilometro.
E intanto la luna evidenziava l‘enorme specchio d‘acqua riflettendovisi sopra.
Migliaia di frammenti bianchi gli uni vicini agli altri che il mare cullava secondo il suo umore del momento.
Mi svegliavo di mattina, a volte prima di Elio, e dalla torre di vedetta, quando coglievo un mare particolarmente calmo, andavo contento in camera e lo svegliavo: “Hey Elio, c’è il mare che è una tavola !!“.
Potevamo trascorrere ore e ore tra quella sabbia delicata e dentro quel mare caldo. Col suo fondale sabbioso tipicamente basso, accoglieva i bambini senza essere quasi mai un pericolo.
Sopra di un campo nei cui pressi ero già stato, le piante che improvvisamente mi apparvero coi i loro batuffoli di cotone tra foglie e steli gialli per l‘arsura, avrebbero potuto rappresentare una botta di bellezza capace di ‘segnare’ chiunque.
Senz’altro il movimento lieve del mare sulla battigia, i fichi bianchi e i fichi neri disposti a destra e sinistra della scala che dava sul terreno…
Senz‘altro la leggerezza di quegli anni e quell‘isola tutta, sia pure caratterizzata da notevoli anomali ma pur sempre temperata nel clima
Senz’altro i paesaggi e la storia…
La Sicilia è capace di ‘segnare’.

Manfria, quando la Sicilia è capace di ‘segnare’
- Torrisi
- Categoria: Special Places
- SICILIA • CALTANISSETTA • Gela
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