In mezzo alla campagna di Città della Pieve si incontra il Borgo di Salci, un posto in cui il tempo si è fermato che, in questa visita virtuale di Città della Pieve, merita una menzione particolare.
Salci, un borgo fortificato le cui prime notizie risalgono al 1243, anno scelto da Federico II per definire i confini dei possedimenti di Castel della Pieve, è posto su una solitaria collina che ti appare davanti quando meno te lo aspetti e quando lo vedi non puoi credere ai tuoi occhi.
Il paese, abbandonato da trent’anni ed in serio degrado, vantava una strategica posizione, compresa nel territorio di Orvieto e , quindi dello Stato Pontificio, prossima al confine con il Granducato di Toscana e con il Marchesato di Castiglione del Lago.
La peculiarità di Salci non era solo questa: costruito nel secolo XIV dagli eredi del condottiero Bandino Bandini era, con l'investitura papale del 1568, un insolito esempio di castello ducato.
Il minuscolo recinto medievale di circa tre ettari godeva, infatti, delle prerogative feudali,disponeva di prigione locale e guarnigione militare autonoma da Castel della Pieve; il signore aveva potestà di imporre tributi e pedaggi, di autorizzare mercati e fiere (importante era quella del 6 novembre in onore del patrono San Leonardo di Noblac), di battere moneta.
Posto tra Siena e Orvieto, lungo l'adiacente percorso della via Francigena, il borgo era scelto come sosta da mercanti e pellegrini diretti a Roma, ma, il fatto di essere incuneato tra due grandi Stati, lo rendeva gradito rifugio per contrabbandieri e ricercati, spesso non disinteressatamente tollerati dai duchi.
Il principale accesso al complesso castellano è la porta di Orvieto, a torre quadrata dotata di merli guelfi su archetti ogivali.
A destra si erge un edificio merlato con ingresso all'antico percorso di ronda, a sinistra una palazzina già sede della guarnigione militare di difesa e dogana e deposito agricolo.
I piazzali non sono lastricati, ma ancora in terra battuta ed erba. Le due corti sono separate dalla porta arcata dell'orologio, sovrastata da un loggiato rinascimentale a tre fornici, detto “degli spiriti”, corridoio aperto che metteva in comunicazione il palazzo ducale con la chiesa.
Sulla destra si delinea una teoria di antiche case (un tempo sedi di botteghe e della locanda osteria) che termina evidenziando i contrafforti dell'edificio religioso.
Sulla sinistra la piazza è delimitata dalla bassa costruzione, un tempo destinata ad alloggi della guarnigione militare.
La facciata laterale del palazzo ducale chiude la corte ed è caratterizzata da una serie di monofore a sesto acuto.
Superato l'arco la residenza espone il frontone principale che dà sulla piazza più piccola.
Si nota subito la “loggia degli spiriti”, simbolo del passaggio architettonico dal gusto medievale a quello rinascimentale, quando il castello assunse il ruolo di residenza signorile: serviva per permettere alla famiglia ducale di raggiungere indisturbata la chiesa.
Il palazzo fa angolo con la torre di porta di Siena, secondo ingresso sull'itinerario per Siena-Orvieto. Il largo è circoscritto da una serie di case con un palazzetto più alto e un pozzo circolare con tettuccio a coppi e sportello a grata in legno.
Oltrepassato l'angolo, si elevano la casa canonica e la piccola di San Leonardo, rimaneggiata nel Seicento, con tre pinnacoli in sommità ed un alto campanile cuspidato di tipo barocchetto.
L’edificio è ad unica navata, divisa da archi in quattro campate e coperta con volte a botte ed è dedicato a San Leonardo di Noblac (o Confessore o di Limoges), patrono degli schiavi conserva alcuni dipinti secenteschi donati dai Bonelli e altri da Vittoria di Mirafiori, figlia di Vittorio Emanuele II, e soprattutto l'affresco dell'Annunciazione del Pomarancio.
Nella chiesa si svolgevano la cerimonia della presa di possesso del feudo da parte dei signori e altre celebrazioni di famiglia.
Nel tempo si sono succeduti nel possesso di Salci la famiglia Bandini e la famiglia Bonelli – Crescenzi. Nel 1886, Vittoria di Mirafiori, diventata proprietaria del borgo, fece edificare un castelletto neogotico nelle sue vicinanze.
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