Il porto antico di Civitavecchia fu costruito per volere dell'imperatore Traiano intorno al 106 DC con l'idea di dotare Roma di un altro approdo sicuro.
Venne incaricato l'architetto Apollodoro che realizzò un grande bacino quasi circolare a forma di anfiteatro del diametro di circa 500 metri.
Ai lati dell’anfiteatro si trovavano due grandi moli, uno di forma curva e uno rettilineo, che terminavano con due piccoli fortini chiamati Bicchiere e Lazzaretto.
Si possono riconoscere le forme dei moli mentre è conservata l’ultimo tratto del molo con la torre finale del Lazzaretto, che prese il nome dal suo uso di ricovero per i malati di peste dal rinascimento al 1800.
Nel molo romano si può ammirare la maestria ingegneristica dei romani con la realizzazione di gallerie sotto il molo che servivano a mantenere in collegamento l’area portuale con il mare per evitare l’interramento della darsena e mantenere pulito il fondale.
A protezione del porto era stata poi realizzata un'isola artificiale di forma rettilinea posta di fronte alla terraferma ad una distanza di circa 500 metri ed era stata realizzata con i blocchi dello scavo della darsena stessa.
L’isola chiudeva idealmente il porto e anche alle sue estremità si trovavano dei fortini mentre al centro era stato posizionato il grande faro.
Il porto aveva una profondità di circa 6 metri ed occupa un’area complessiva di circa 20 ettari.
Il porto era sicuramente il cuore commerciale e sociale della città e per questo nel periodo imperiale erano stati costruiti anche templi di cui uno dedicato al Dio Nettuno con una grande statua in bronzo testimoniata dal ritrovamento di un suo braccio.
Per svolgere le funzioni amministrative e sociali, era stata costruita una grande basilica dalle dimensioni di 100 x 38 metri. I magazzini romani sono stati poi utilizzati per costruire la rocca.
Una grande cisterna romana è stata ritrovata a circa un chilometro dal porto, all'interno della zona militare della ex Scuola di Guerra (oggi denominata Ce.Si.Va.).
La darsena è forse l’area del porto che meglio rispecchia l’originario carattere romano e ogni tanto dal suo fondale vengono recuperate parti di colonne o di statue romane. Uno degli abbellimenti papali sono le teste di leone in bronzo che con le zanne sorreggono i maniglioni di ormeggio.
Dopo la caduta dell'impero romano l’area e il porto di Civitavecchia hanno visto un serie di dominazioni e passaggi di mano a partire dalla distruzione di Civitavecchia (cemtumcellae) ad opera dei Saraceni.
Poi il porto sarà conteso tra il papato e le varie potenze comunali fino al definitivo ingresso nello Stato Pontificio intorno al 1400 quando il papa comprò l’area dai Prefetti di Vico per 4000 fiorini.
Dal XV secolo entra definitivamente sotto il dominio papale che riorganizzarono il porto soprattutto per adeguarlo alle necessità di commercio dopo la scoperta delle miniere di Allume nella Vicina Allumiere.
I papi rispettarono la struttura ingegneristica romana e la loro opera è stata soprattutto una ricostruzione di alcune strutture difensive dopo la distruzione ad opera dei Saraceni prima del mille.
Il primo a realizzare una rocca è stato papa Callisto III. I papi affidarono i lavori a grandi architetti come Bramante, Bernini, Sangallo e Michelangelo che realizzarono forti e murature che sono ancora un elemento di valore del porto.
Nel 1616 venne papa paolo V fece realizzare un nuovo faro che, opportunamente ammodernato, è tuttora in funzione. Poi nel ‘700 papa Gregorio XVI ha fatto realizzare i Fortino Gregoriano.
I papi rinforzarono anche un sistema murario di protezione del porto che serviva sia di protezione dagli attacchi che amministrativamente per la definizione dell’area franca del porto.
Il porto romano è sopravvissuto così per quasi due millenni fino ai bombardamenti alleati della Seconda Guerra Mondiale che lo distrussero in grande parte.
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