Viterbo. Chiesa di San Francesco alla Rocca 

Viterbo. Chiesa di San Francesco alla Rocca 

La chiesa e il convento di San Francesco alla Rocca risalgono al 1237 quando papa Gregorio X donò ai francescani un terreno a Viterbo su un colle con un piccolo presidio militare di origine longobarda.

San Francesco era morto da pochi anni e il papato era intento a riunire e riappacificare i numerosi ordini di eremiti che stavano nascendo per cui favorire lo sviluppo dei francescani sembrava un’ottima mossa politica.

La chiesa è chiamata anche il Pantheon di Viterbo perché vi sono le tombe monumentali di due papi, Clemente IV con un sepolcro realizzato da Pietro di Oderisio, e Adriano V morto dopo appena 39 giorni di pontificato con un sepolcro realizzato da Arnolfo di Cambio. 

Un altro importante monumento funebre è quello dedicato a Vicedomino de' Vicedomini che è stato eletto papa ma è morto prima di essere proclamato tale e una lastra racconta la sua storia: “in un sol giorno ebbe il soglio di Pietro e la pietra sepolcrale”. 

Nella chiesa si trovano anche altre tombe di cardinali morti durante i conclavi che si sono tenuti a Viterbo quando questa ospitava il papato e della nobildonna Tornabuoni di Firenze.

La facciata della chiesa è in pietra locale di aspetto austero con un portone di ingresso inserito in un arco con fregi e tre aperture lunghe e strette.

Su un lato della facciata si trova un pulpito in peperino da cui si predicava all’esterno della chiesa, tipico di altre luoghi di culto di Viterbo, realizzato nel 1426 per una visita di San Bernardino da Siena.

Fra le altre opere da ammirare una tavola del 1572 che raffigura la città di Viterbo con i Santi Antonio da Padova e Rosa da Viterbo e una grande finestra in stile gotico a forma di ogiva con una vetrata a mosaico colorata realizzata nel 1951.

Come molti edifici religiosi, la chiesa subì notevoli modifiche nel corso del XVII secolo con aggiunte barocche che sono state poi rimosse. Infatti la chiesa e il convento sono stati seriamente danneggiati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e nella fase di restauro si è scelto di ripristinare l’originario aspetto romanico medievale.

Il convento connesso alla chiesa è stato nazionalizzato nel 1873 con l’Unità d’Italia ed oggi ospita una caserma che ha inglobato anche il chiostro del convento. Per i frati è stata realizzata una piccola costruzione laterale.


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