Viterbo. Chiesa di Santa Maria Nuova

Viterbo. Chiesa di Santa Maria Nuova

La chiesa di Santa Maria Nuova si trova nel cuore medioevale di Viterbo e la sua antica storia è riportata su una stele all’interno della chiesa stessa e su una pergamena del 1080.

Un prete di nome Biterbo con la sua famiglia dona al clero una chiesetta con annesso ospedale, che allora era un luogo di sosta e cura per i pellegrini lungo la via Francigena o Via Cassia (in questo tratto le due vie si sovrappongono).

La chiesetta si trovava interna al castello e il nome di Santa Maria Nuova le fu dato per distinguerla da quella più antica della vicina Santa Maria in Cella.

L’originario edificio fu ingrandito per accogliere le riunioni dell’organo di governo della città e qui si conservavano le chiavi delle casse comunali e gli archivi cittadini.

Qui si trovava anche una colonna che era il riferimento per il sistema di misurazione di tutti i cittadini, un elemento indispensabile per le relazioni commerciali.

Intorno al Duecento era così importante che ospitò San Tommaso d’Aquino che venne a predicare nel 1267 su un pulpito che si può vedere all’esterno sul lato sinistro della facciata. San Tommaso si trovava nella vicina Bolsena per dirimere la questione del Miracolo dell’Eucarestia.

Un episodio miracoloso è poi legato alla chiesa e alla Festa del Santissimo Salvatore che ancora si celebra a Viterbo la seconda domenica di maggio.

Nel 1283 due contadini che stavano arando il loro campo con dei buoi, osservarono che gli animali si fermarono davanti ad una cassa di pietra interrata che conteneva un trittico. L’opera era in ottimo stato e rappresentava un Salvatore Benedicente fra la Madonna e San Giovanni. Sul retro di questa opera si possono poi ammirare i dipinti di San Pietro, San Paolo e un Cherubino.

Il clero si recò sul posto e si formò poi una processione per portare questa opera in chiesa: da questa processione è nata la festa attuale.

Dal 1567 la chiesa ha Iniziato un suo declino con la decisione di papa Pio V di aggregarla alla cattedrale. Negli anni la chiesa era poi stata decorata in stile barocco coprendo anche i suoi preziosi affreschi, ma un intervento di restauro del 1906 la ha riportata alla sua primitiva bellezza romanica.

Solo su due maioliche del tetto si possono notare le immagini di Garibaldi e di Mazzini. La chiesa ha anche un chiostro in stile longobardo-romanico e una cripta.

Al suo interno si può ammirare un vero capolavoro dell’arte moderna: un elemento in bronzo scolpito che delimita la zona dell’altare. L’opera risale al 1964 e l’autore Carlo Canestrari ha scolpito una mirabile scena dell’ultima cena rappresentando Gesù fra i 12 apostoli. Nella chiesa si trovano altre due opere dello stesso artista: un crocifisso in bronzo sopra l’altare e una Pietà in Peperino che segna la tomba dell’artista.

Un’altra opera moderna è una terracotta che racconta il ritrovamento del trittico e che è stata realizzata dall’artista Mario Vinci.


Scritto da
DiscoverPlaces

Discoverplaces.travel promuove i piccoli borghi Italiani e crea ponti con i discendenti italiani all'estero attraverso il Premio Town Ambassador.

Iscriviti alla Newsletter

Scopri un territorio attraverso le emozioni di chi l'ha raccontato in prima persona.