Ventotene. Manifesto di Ventotene

Ventotene. Manifesto di Ventotene

Uno strano destino accomuna Ventotene e Santo Stefano che la storia aveva destinato a luogo di punizione ed esilio, dove mandare chi non doveva più avere contatti con il proprio ambiente d’origine.

Dovevano essere ricordati solo per pene e dolori ed invece sono passati alla storia come uno il luogo in cui nasce l’Europa. Infatti qui è stato scritto il Manifesto di Ventotene alla base del sogno di rinascita dalle pene della Seconda Guerra Mondiale e di tutte quelle che la avevano preceduta.

Durante il fascismo il famoso carcere settecentesco borbonico venne utilizzato per confinare i politici ostili al regime.
Nel 1941, tra i circa 800 esiliati sull’isola di Ventotene vi erano anche Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Ursula Hirshman.

 Le privazioni, la pressione psicologica e la pessima qualità della vita non impedirono a queste menti eccellenti di trasformare l’esperienza dell’esilio negli spazi limitati dell’isola nel sogno di un mondo migliore.

Qui venne piantato il seme di una nuova comunità, con nuove regole di organizzazione, che avrebbe permesso a guerra finita al popolo d’Europa di riscattarsi da quella immane tragedia e di creare criteri e regole per nuove Istituzioni. È così che nacque “Il Manifesto di Ventotene” per un’Europa libera, unita e pacifica.

Lavorarono in segreto al documento per circa sei mesi, tracciando le linee guida di quella che diventerà la carta dei diritti, fondamento dell’Unione Europea. Nel manifesto si spiega che la Società delle Nazioni, organismo internazionale creato dopo la I Guerra Mondiale, non aveva evitato nazionalismi, autoritarismi e un nuovo conflitto mondiale perché aveva ricostituito le nazioni così come erano.

Per evitare questo errore proposero di creare una forza sovranazionale Europea in cui il benessere e le ricchezze delle singole comunità fossero redistribuite in maniera equa. Il governo di questo organismo doveva essere deciso con elezioni generali in cui si esprimevano tutti i popoli.

Questa unione di intenti in campo economico e politico avrebbe permesso il superamento delle contrapposizioni date da interessi particolari attraverso un ordinamento democratico come l’autodeterminazione dei popoli stessi.

Da qui la nascita di un Parlamento Europeo in grado di limitare gli interessi delle singole nazioni a vantaggio di un interesse comune. Altiero Spinelli è stato poi membro del parlamento italiano ed europeo e Commissario Europeo per gli Affari Industriali.
A lui è dedicata una delle due ali dell’edificio del Parlamento Europeo di Bruxelles.


Scritto da
Benedicta Lee

Nata a Roma da madre Italiana e padre Americano, lavora come libero professionista nell'ambito della comunicazione turistica, per cui attualmente frequenta l'Università di Scienze del Turismo. Ama...

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