Viterbo. Macchina di Santa Rosa

Viterbo. Macchina di Santa Rosa

La macchina di Santa Rosa è il baldacchino trionfale che innalza al di sopra dei tetti di Viterbo la statua di Santa Rosa, patrona della città. Oggi ha la forma di una torre illuminata da fiaccole e luci elettriche, realizzata in metalli leggeri e in materiali moderni quali la vetroresina.

L’uso della parola ‘macchina’ deriva direttamente dal teatro greco dove il ‘Deus ex machina’ appariva per risolvere situazioni particolari.

La macchina di Santa Rosa ha assunto dimensioni crescenti con il corso dei secoli fino a raggiungere la incredibile dimensione di 28 metri sopra la spalla dei faccini (oltre 30 metri di altezza con la statua e sollevata da terra) e 5.000 chili di peso.

In origine la sua forma era quella di un pinnacolo gotico, ma nel corso degli ultimi anni ha assunto sempre di più significati filosofici ed è diventata un vero oggetto d’arte. Viene cambiata ogni 5 anni a seguito di un concorso pubblico di idee a cui partecipano architetti, artisti ma anche facchini che hanno una conoscenza diretta dei suoi problemi.

Alcune parti di macchine del passato sono visibili nel museo nazionale delle arti e tradizioni popolari di Roma mentre a Viterbo tutta la storia è illustrata nel Museo del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa.

La sera del 3 settembre di ogni anno la macchina viene sollevata e portata in processione a spalle da un centinaio di uomini, detti "Facchini di Santa Rosa", lungo un percorso di poco più di un chilometro. Durante l’anno la struttura si trova nel Museo di Santa Rosa.

Per queste ragioni, e per la storia della processione che continua ininterrotta dal 1258, la macchina è diventata parte del Patrimonio Immateriale dell’UNESCO.


Scritto da
Benedicta Lee

Nata a Roma da madre Italiana e padre Americano, lavora come libero professionista nell'ambito della comunicazione turistica, per cui attualmente frequenta l'Università di Scienze del Turismo. Ama...

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