Ceccano. Castello dei Conti de Ceccano

Ceccano. Castello dei Conti de Ceccano

L’attuale castello dei Conti de Ceccano è il risultato di vari rimaneggiamenti che si sono avuti nel corso dei secoli.  

L’edificio si origina da una torre d’avvistamento del VIII secolo costruita sull’area dell’antica acropoli.

Nel Medioevo il castello assume grande importanza divenendo il centro della contea dei Conti de Ceccano, un potente stato autonomo.

Tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500 con l’estinzione della nobile famiglia il castello e i loro beni passarono alla famiglia dei Caetani.

Nel 1523, tramite Bolla Papale, Ceccano divenne feudo di Prospero Colonna.

Nei secoli successivi cominciò la fase di declino del castello che venne destinato a carcere e, dal 1734, venne totalmente convertito in luogo di pena e di reclusione per volere di Fabrizio Colonna.

Il tribunale generale dello stato venne trasferito a Ceccano, assieme all’archivio e alle carceri, dalla vicina città di Pofi.

Al castello si aggiunsero altri edifici per soddisfare le nuove esigenze di governo e creare il tribunale, l’infermeria, la cappella e dei ballatoi esterni per collegare le due ali del carcere (maschile e femminile).

Nel 1816 i beni dei Colonna vennero acquisiti dal Marchese Berardi. Tra le varie opere di rinnovamento il castello venne restaurato ed innalzato con l’aggiunta di finestre a trifora ed una merlatura sul tetto e sulla torre.

Con la chiusura del carcere nel 1973 il castello venne abbandonato. In seguito è stato acquistato dal Comune e parzialmente restaurato al fine anni ’90. Dal 2012 è visitabile nei fine settimana grazie all’Associazione Cultores Artium.

All’esterno il castello conserva molti elementi medievali.

Il rivellino, la torre di difesa dell’ingresso principale con pregevoli portali gotici e nella parte alta sono visibili le tracce di una piombatoia, il foro dal quale si gettavano liquidi bollenti sui nemici.

Nell’antica corte d’onore si notano resti della merlatura ghibellina che testimonia la politica favorevole all’imperatore dei conti di Ceccano.

In basso si trova un rosone ottagonale, un chiaro omaggio alla famiglia degli Svevia che avevano rapporti con i nobili ceccanesi. Il rosone è molto simile a quello di Priverno, Fossanova e Ferentino.

Nell’antica piazza d’armi, dominata dall’alto torrione, si trovano gli edifici aggiunti nell’epoca del carcere: il tribunale, l’infermeria e la cappella.

Negli ambienti interni sono visibili affreschi medievali, tra cui un raro calendario iconografico dei mesi dell’anno, che risale al XIII secolo, pitture sacre e graffiti realizzati dai detenuti quando la struttura era adibita a carcere.


Scritto da
Benedicta Lee

Nata a Roma da madre Italiana e padre Americano, lavora come libero professionista nell'ambito della comunicazione turistica, per cui attualmente frequenta l'Università di Scienze del Turismo. Ama...

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