La storia del Forte Michelangelo di Civitavecchia comincia nel 1500, quando Giulio II della Rovere, a protezione dalla minaccia dei pirati che cercavano di attaccare la Civitavecchia, decise di munire la città di una grande fortezza.
Le sue dimensioni sono di 100 x 120 metri con quattro torri angolari del diametro di 21 metri.
Incaricò del progetto il Bramante e, alla sua morte, i suoi allievi Giuliano Leno e Antonio da Sangallo.
La costruzione del Maschio a pianta ottagonale e con una altezza di oltre 23 metri, invece, fu affidata al grande Michelangelo da cui poi deriva il nome del Forte.
Il forte nasce sopra un vasto edificio romano di età imperiale, forse una caserma, sull’area del porto e aveva anche lo scopo di proteggere la popolazione durante gli attacchi.
Il Forte Michelangelo è tra i più grandi della sua epoca e ha la forma di un quadrilatero, con quattro torrioni e un Maschio di forma ottagonale.
Tutto intorno correva il fossato e le mura del forte sono rivestite di travertino e coronate da parapetti con aperture per cannoni e archibugi.
Il Maschio poteva essere completamente isolato dal resto della fortezza e rappresentava l'estrema difesa.
Sopra l'antico ingresso, tra il Maschio e la torre ovest, si vede ancora la carrucola di bronzo del ponte levatoio sui cui stipiti è scolpito l'ordine: "LASCIATE L'ARME".
Si entra nel lato vicino al maschio e si accede ad un grande cortile interno.
Nel torrione di San Sebastiano è ricavato un corridoio sotterraneo come uscita segreta della fortezza verso terra.
Il grande Leonardo da Vinci ha soggiornato in questo forte realizzando dei disegni delle antiche vicine costruzioni romane superstiti.
Nel forte si trova una cappella dedicata alla patrona Santa Fermina costruita su un ambiente romano che secondo la tradizione è stato abitato dalla stessa santa.
Santa Fermina era infatti una martire che cercava di sfuggire alle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano e che per la sua storia è la patrona dei naviganti.
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