Montefiascone. Rocca dei Papi

Montefiascone. Rocca dei Papi

La Rocca Papale di Montefiascone sorge sulla sommità del colle dei Monti Volsini in una posizione da sempre considerata strategica per la possibilità di dominare una vasta area circostante.

Infatti anche se l’altezza massima di Montefiascone è di circa 600 m slm, la sua visuale è a 360 gradi su tutta la zona pianeggiante dal Lazio, Umbria, Toscana fino alle Marche.

Probabilmente sulla rocca si erano insediate le prime popolazioni etrusche, come risulta da un piccolo tratto di muro, ma il vero sviluppo si ha nel medioevo.

Dopo la caduta dell’impero romano, infatti, le popolazioni cercano rifugio in fortezze su alture.
Il suo sviluppo si ha avuto in particolare con papa Innocenzo III, il papa che ha incontrato San Francesco e riconosciuto il suo ordine.

Per la sua particolare posizione strategica il castello fu scelto dai pontefici quale sede del Rettore del Patrimonio di San Pietro e, successivamente, destinato a loro come residenza temporanea. Urbano V infatti scelse Montefiascone come la sua residenza estiva dal 1367 al 1370.

La rocca ha poi svolto un ruolo importante durante la ristrutturazione militare del cardinale Egidio Albornoz che aveva affidato al grande architetto militare Antonio da Sangallo il vecchio la ristrutturazione delle fortezze vaticane dopo l’introduzione dell’uso dei cannoni e della polvere da sparo contro le fortificazioni dei paesi.

L’opera di ristrutturazione è stata poi continuata da Antonio da Sangallo il Giovane e la rocca oggi ospita un museo dedicato proprio a Sangallo.

L’abbandono lento di Montefiascone è iniziato con papa Paolo III Farnese che voleva creare un ducato per suo figlio Pier Luigi e mettere il suo centro amministrativo a Montefiascone.

La popolazione fece un referendum e si oppose a tale scelta e da allora il pontefice ha spostato il Rettorato e i cannoni.

Nel corso dei secoli successivi la rocca è stata lentamente spogliata di tutti i suoi arredi e ornamenti e ha iniziato un declino terminato di recente con la ristrutturazione di quello che era rimasto per trasformare i suoi spazi in un centro socio-culturale del paese e la musealizzazione di tutto il complesso.


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