Castello Theodoli
Castello Theodoli

Sambuci. Castello Theodoli

La storia di Sambuci è strettamente legata a quella del suo castello Theodoli, la cui costruzione è iniziata con la caduta dell’Impero Romano e il bisogno della popolazione di trovare rifugio in fortezze sulla sommità di alture.

La prima fortezza faceva parte del sistema difensivo dell’abbazia di Subiaco che controllava tutta la Valle dell’Aniene contendendolo con altri monasteri. Il castello di Sambuci appare fra le proprietà del monastero di Santa Scolastica a Subiaco in una lapide datata 1052.

Un consolidamento in fortezza è stato realizzato dalla famiglia Antiochia, discendenti di Federico Barbarossa e Federico II, nel XIII secolo.

Alla fine del Cinquecento, il castello arriva alla famiglia Astalli e vi si stabilisce il cardinale Camillo Astalli, segretario di papa Innocenzo X Pamphili. A questa famiglia si deve la trasformazione del castello in un palazzo residenziale con l’aggiunta di una bellissima loggia, la sistemazione dei giardini all’italiana e un nuovo assetto urbanistico del borgo.

Oggi l'architettura della facciata rivela chiaramente due corpi di epoche diverse: le quattro torri con la parte più austera del primo corpo della fortezza e il corpo seicentesco con due eleganti piani con una loggia e un giardino con aiuole all'italiana.

Dall’ingresso monumentale su piazza corte, il castello ha tre piani: il primo di rappresentanza e gli altri dedicati agli ospiti e alla servitù.

All'interno si trovano numerose sale affrescate di notevole interesse e bellezza e il pavimento in ceramica è stato ricollocato più recentemente. Da ammirare la sala dedicata alla Gerusalemme Liberata, ad opera di Giovanni Canini (allievo del Domenichino), e la sala del Carro del Sole ad opera di Mario de’ Fiori, che deve il suo nome proprio alla sua tecnica ricca di decorazioni floreali.

Le sistemazioni del borgo di Sambuci, invece, iniziano con la realizzazione di Via Theodoli che traguarda uno degli ingressi del castello. La via arriva nella piazza principale del paese caratterizzata da due torri cilindriche dove si può leggere una targa attribuita al cardinale Camillo Astaldi “Nec petas turpia rogatus nec facies” (non desiderare cose indegne e non farle anche se sei spinto a farle) riferita al mondo femminile.

Nell’Ottocento il castello e il feudo arrivano alla famiglia Piccolomini e poi per matrimonio alla famiglia dei marchesi Theodoli.

Il castello è stato severamente bombardato dagli alleati durante la Seconda guerra mondiale in quanto sede del comando tedesco. Nel 1991 il castello e il parco sono stati acquistati dal comune di Sambuci che li ha restaurato e lo ha destinato in parte all’accoglienza.

Recentemente il castello è stato lo scenario di due produzioni cinematografiche internazionali.

 


Scritto da
Benedicta Lee

Nata a Roma da madre Italiana e padre Americano, lavora come libero professionista nell'ambito della comunicazione turistica, per cui attualmente frequenta l'Università di Scienze del Turismo. Ama...

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