Vico nel Lazio, a quota 721 metri e arroccata su un rilievo calcareo ricoperto di ulivi ai piedi del monte Monna, rappresenta un raro e tipico esempio di borgo medioevale del Lazio meridionale.
Una matassa di stradine che si incrociano in un labirinto esclusivo con suggestivi portali con stipiti e architravi in pietra e una possente cinta muraria, scandita da tre porte di ingresso e da ventiquattro torri.
Si ritiene che le mura di Vico siano state costruite in due fasi, una intorno al mille e una tra il XII e il XIII secolo. Servivano a scoraggiare i nemici e a garantire sicurezza al popolo all’interno del castrum.
Il tracciato è della cinta muraria è lungo circa 950 metri e segue un ideale anello attorno alla cima del colle di Vico.
Nella cinta muraria si aprono tre porte che servono ancora oggi per entrare e uscire dal borgo Porta a Monte, Porta Guarcino e Porta Otricelli.
Le torri terminano con merli rettangolari, come tutte le murature guelfe ossia che appoggiavano il papa.
Porta a Monte è la porta più importante che porta direttamente alla piazzetta del Paese, centro della vita politica e religiosa, agli uffici comunali e al Palazzo del Governatore. Il nome deriva dal fatto che si trova a Nord Est del circuito murario, proprio di fronte ai monti Monna, Forchetta e Rodonaria (del gruppo dei Monti Ernici).
La seconda è porta Guarcino che si presenta esternamente con un bellissimo arco ogivale, sormontato da una finestrella, con stipiti sagomati, dalla quale si poteva avere un ampio angolo di osservazione. Nell’androne si osservano resti di affreschi del XIV secolo.
Porta Orticelli si apre in posizione Sud Ovest rispetto al circuito murario del Paese. Nelle carte antiche veniva chiamata Porta Otricoli probabilmente per le numerose botteghe di lavorazione di botti e otri. L’arco della porta è a tutto sesto. Come Porta a Monte, è affiancata da due torri, una a destra e una a sinistra, che avevano lo scopo di una migliore strategia difensiva.
Le mura di Vico sono arrivate integre fino a noi grazie anche all’amore dei cittadini che hanno sempre avuto cura delle torri, delle porte e delle mura che oggi hanno oltre mille anni.
In occasione di manifestazioni d’arte, un gruppo di scultori della scuola di Vincenzo Bianchi ha realizzato alcune sculture disegnando profili nelle pietre calcaree su cui sono fondate le mura di Vico.
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