Nel periodo arcaico, XI-X secolo AC, queste aree erano già famose per l’abbondante produzione di farro. Le eccedenze venivano commercializzate o barattate con i popoli confinanti e con i mercanti che giungevano via mare.
Nell’Eneide, che si conclude con l’arrivo di Enea in questa area, Virgilio dedica lodi alle focacce di farro. Queste venivano fatte a forma di vassoio in modo da contenere il cibo.
Focacce e minestre di farro erano la dieta principale dei legionari romani che qui si sono allenati prima di imbarcarsi con Ottaviano Augusto per la conquista d’Egitto.
Il farro di Ardea era decantato da Apicio in una sua antica ricetta: “… il farro con aggiunta di miele, farina di fagiolo e di farina di pesce, si ottiene un pasto degno della mensa dell’imperatore”.
Pani e focacce di farro riproducenti sembianze umane venivano offerte in voto alle divinità locali (usanza che ancora si trova a Frascati).
L’espansione dell’Impero romano modificò anche le abitudini alimentari e si iniziò ad importare il grano, un tipo di frumento originario dei paesi medio-orientali. Il farro per è stato ancora utilizzato in ambito locale per uso religioso e terapeutico. Oggi è tornato famoso come sostituto contro molte intolleranze alimentari.
Ardea. Farro
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