La Festa della Madonna del Monte (Barabbata) di Marta è una delle più esuberanti e festose manifestazioni ed è una delle più interessanti da un punto di vista antropologico.
Inizia con una solenne processione dal lungolago fino alla Chiesa della Madonna del Monte.
Le origini di questa festa primaverile sono etrusco-romane e rientra tra i culti celebrati in onore della dea Maia, divinità della fertilità laziale, poi sostituita da Cerere, Cibele e Flora.
Con queste ultime le cerimonie divennero più raffinate e spettacolari ed erano destinate ad attrarre le masse.
Sono state praticate fino all’VIII secolo DC quando le cerimonie pagane della “Regina della Primavera” vennero sostituite da quelle religiose in onore della “Regina del cielo”.
Le prime notizie certe sono del XVI secolo e in tutti questi anni non ha mai perso la sua vitalità.
I visitatori la conoscono con il nome di Barabbata mentre per i locali è la festa della Madonna del Monte o delle Passate.
Il 14 maggio, prima dell'alba, un gruppo di uomini percorre le vie della città al suono di un tamburino, alternando canti mariani e inneggiamenti alla Madonna del Monte.
Con le campane della Collegiata e lo scoppio di mortaretti, il paese si svegli.
Alle nove gli uomini si radunano sul lungolago e sono i rappresentanti delle categorie di lavoratori tradizionali: i "casenghi" (fattori), i bifolchi (coloro che eseguivano lavori agricoli con i buoi), i pastori, i villani (contadini) e i pescatori.
Ogni categoria si dispone in fila con i propri carri e trattori addobbati fino con piante, fiori, frutti, piccoli animali domestici, pesci del lago, attrezzi da lavoro.
Il corteo raggiunge la chiesa vistosamente addobbata inneggiando alla Madonna, fra due ali di folla esultante.
All'arrivo i carri si dispongono sul sagrato e mentre il sacerdote celebra il rito religioso si prepara il cibo per la consumazione collettiva: bruschette con l'olio, lattarini fritti (piccoli pesci del lago), formaggi, ricotta e vino a volontà.
Dopo mezzogiorno, hanno inizio le "passate", i rappresentanti di ogni categoria entrano e escono dalla chiesa lasciando omaggi alla Madonna al grido di ‘Evviva alla Madonna’.
Durante il percorso di rientro, dai balconi e dalle finestre delle case viene lanciata una pioggia di fiori di ginestra ai partecipanti che hanno rinnovato il rito di questa festa e della vita della comunità.
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