A dicembre grande festa a Marino in onore della compatrona Santa Lucia, una delle sante più amate dalla chiesa cattolica e dalla storia molto particolare. E’ la protettrice degli occhi, degli oculisti, degli scalpellini e degli elettricisti.
In questa giornata, in alcuni paesi del nord Europa e del nord Italia (nella zona fra Verona e Bergamo) era tradizione portare i regali ai bambini.
Si raccontava che Santa Lucia con il suo asinello e con il suo cocchiere Castaldo portasse doni e dolci ai bambini che si erano comportati bene.
E la sera le famiglie lasciavano una letterina per la santa insieme ad una tazza di latte e qualche biscotto, un piatto di farina per l’asinello e del pane per Castaldo.
Santa Lucia era nata a Siracusa nel 283 e morì sempre a Siracusa il 13 dicembre 314 ai tempi delle persecuzioni di Diocleziano.
Era di famiglia nobile e dopo la morte del padre, aveva fatto voto di povertà e castità chiedendo una grazia per far guarire sua madre gravemente malata.
Il suo promesso sposo non credette a questa storia e la portò davanti al prefetto accusandola di essere cristiana. Venne sottoposta ad incredibili torture fino a darle il colpo mortale con una spada.
Il suo corpo è stato prima preso dai turchi che conquistarono Siracusa nel 1040 e poi recuperato dai veneziani nel 1204 che lo portarono nella bellissima chiesa di Santa Lucia, oggi vicino la stazione ferroviaria di Venezia che si chiama proprio Santa Lucia.
La leggenda narra che si fosse strappata gli occhi da sola per non cadere nel peccato e per questo il suo nome è collegato agli occhi e alla luce.
Da notare poi che il 13 dicembre era il giorno del solstizio invernale, ossia quello con minore luce, prima della riforma del calendario Gregoriano che lo ha spostato al 21 dicembre.
Sempre il 13 dicembre uno sciame di asteroidi passa vicino la terra (le Geminidi) che viene chiamato familiarmente con il nome di ‘stelle di Santa Lucia’.
Durante il giorno di Santa Lucia, a Marino si aprono i mercatini di Natale mentre le celebrazioni religiose prevedono una particolare processione con giovani ragazze vestite di bianco al buio fino alla entrata in chiesa e all’accensione di un cero che restituisce la vista.
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