

Bono è un centro caratteristico del Goceano, l’area montuosa interna della parte nord della Sardegna che deve il suo nome alla presenza di acque e sorgenti. Bono si trova su una propaggine della catena montuosa del Goceano , nella zona montuosa dove nasce il fiume Tirso e il suo punto più alto è il Monte Rasu a 1259 metri slm.
Nel suo territorio si trova una rara foresta di tassi (Taxus Baccata), un albero sempreverde dalla crescita molto lenta, dove alcune piante raggiungono i 16 metri di altezza e 1,5 metri di diametro, e per questo è stata dichiarata Monumento Naturale.
La zona è stata abitata sin dalla preistoria e si possono vedere diversi nuraghi come il Nuraghe Sas Doppias composto da un corpo centrale e un’altra torre secondaria. Il nuraghe termina con una volta a tholos, ossia a cupola.
Da menzionare che vicino a Bono sono state scoperte delle tombe di giganti vicino il Nuraghe Ortivai e Praninghedda.
Non si hanno molte informazioni sul periodo romano o su quello bizantino, ma sappiamo che nel IX secolo, quando la Sardegna venne divisa in 4 Giudicati, Bono faceva parte del Giudicato di Torres-Logudoro.
Il Giudicato era uno stato a tutti gli effetti ed era retto da un monarca, chiamato Giudice, con una corte, una organizzazione amministrativa e relazioni internazionali.
Una organizzazione molto moderna se pensiamo che era ammessa la successione femminile e in questo periodo il territorio sardo si arricchisce di chiese e palazzi. La prima chiesa è stata la basilica di San Gavino a Porto Torres costruita da maestranze che venivano da Pisa insieme a numerosi mercanti.
In tutto il periodo dei giudicati, Bono faceva parte della curatoria del Goceano e tutto il territorio molto fertile del Goceano era conteso fra i Giudicati di Torres e di Arborea.
In questo periodo di benessere vengono costruite splendide chiese come la parrocchia di San Michele Arcangelo che richiama lo stile pisano e un convento francescano a Monte Rasu. Qui è vissuto il beato Giovanni Parenti, uno dei primi francescani della Sardegna.
E’ proprio in questo periodo che venne costruita la Chiesa di San Gavino a Lorthia, il santo martirizzato a Porto Torres con Proto e Gianuario, molto amato e ancora celebrato a maggio. Il centro abitato di Lorthia è stato poi abbandonato nel Settecento probabilmente per la peste.
Quando nel 1297 papa Bonifacio VIII istituisce il Regno di Sardegna e Corsica e lo assegna agli spagnoli di Aragona, per Bono come per tutta la Sardegna inizia un periodo di declino. Gli spagnoli vedono l’isola solo come un territorio da spremere e non accadono avvenimenti di particolare interesse.
Nel 1720, la Sardegna passa ai Savoia e si ha un periodo di miglioramento ma anche di risveglio di orgoglio. Infatti, nel 1796 Giovanni Maria Angioy da vita a moti antifeudali che si propagano in tutta l’isola.
Angioy era nato a Bono e per questo la repressione dei Savoia inizia proprio dal bombardamento e dalla conquista del paese. Per risposta anche i Bonesi attaccarono le truppe piemontesi facendo alcuni prigionieri ma i sabaudi ebbero la meglio.
La storia è illustrata in un grande murales di Liliana Canu nel centro del paese.
Un’altra particolarità in memoria di quel giorno è che l’orologio della chiesa di San Michele Arcangelo è azionato grazie a 4 palle di cannone sparate nel bombardamento di Bono quando la popolazione riuscì a resistere.
Nel 1860, come il resto della Sardegna, anche Bono entra a far parte del Regno d’Italia.
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