

Le sue origini sono antichissime e una leggenda racconta che sia stato fondato da alcuni abitanti della vicina Paestum che scappavano all’arrivo dei Sibariti. Sibari era una ricca città greca della Calabria e intorno al 510 a.C. venne conquistata dai Crotonesi costringendo alcuni Sibariti a scappare in cerca di rifugio a Paestum.
Probabilmente alcuni abitanti di Paestum, a loro volta, andarono nell’entroterra e fondarono un primo nucleo. Si sono trovate monete antiche, i resti di un tempio pagano con un pavimento di mosaico e tratti di un acquedotto romano con tubature in piombo.
Ma la nascita dell’attuale borgo è medioevale quando, intorno all’IX secolo, le coste furono attaccate dai saraceni che saccheggiavano i villaggi e la popolazione, ancora una volta, scappò dalla odierna Paestum per trasferirsi su alture fortificate in cerca di rifugio con la presenza di piccole chiese o monasteri che conservavano il sapere.
Il nome Controne forse viene proprio dal greco e vuol dire contra-elion, terra di fronte al sole.
I primi ad arrivare nel Cilento e a dare una organizzazione feudale sono stati i Normanni appoggiati dalla chiesa cattolica, interessata a sradicare ogni tradizione ortodossa, poco dopo il mille. Questi divisero il territorio in baronie che assegnarono a famiglie a loro fedeli e Controne venne assegnato alla baronia di Guglielmo di Postiglione.
Alcuni membri di questa famiglia presero parte alla Congiura di Capaccio ordita da Papa Innocenzo IV contro Federico II di Svevia, chiamato Stupor Mundi per la sua grandezza, che stava rapidamente affermandosi in tutta Italia. Questo provocò l’ira dell’imperatore.
Nel 1264, arrivarono quindi gli Svevi di Federico II che conquistarono tutta l’area, rasero al suolo il piccolo borgo e diedero un nuovo assetto amministrativo a tutti i loro territori. La rinascita del nucleo abitativo avvenne grazie al lavoro dei monaci Benedettini e all’abbazia e chiesa di San Nicola di Bari, un santo di origine orientale apprezzato sia dalla chiesa ortodossa che da quella cattolica.
Da segnalare che nello stemma di Controne si trova un’aquila con due teste che dovrebbe significare proprio le due anime dell’oriente bizantino e dell’occidente. Questo monastero è stato a sua volta distrutto e i monaci si sono rifugiati al Monastero di San Filippo della Castelluccia.
Con l’arrivo degli Angioini, la situazione cambiò e il potere dei monaci venne ridimenzionato. Il Barone Pandolfo di Fasanella venne nominato come un nuovo feudatario e il suo governo è stato molto restrittivo. Ad esempio il barone aveva il diritto di pascolo e la popolazione doveva garantirgli alcune giornate di lavoro, la partecipazione ad alcune spese familiari e il divieto di trasferimento di altre famiglie a Controne.
Il feudo venne poi trasferito alla famiglia dei Sanseverino fino a quando uno degli eredi entrò in conflitto con il re Ladislao di Napoli, della dinastia angioina, che gli levò il feudo.
Con l’arrivo degli spagnoli di Aragona la situazione si invertì e Amerigo Sanseverino venne nominato feudatario di un territorio che comprendeva anche Controne. A lui poi successero vari signori feudali fino ad arrivare a Ferdinando Vitelli di Castelluccia, un capitano che si era reso utile al re ed era stato ricompensato in questo modo.
A questa famiglia che governò con la rigidità tipica dei signori, compreso l’odiato Jus Primae Noctis (droit de seigneur), si deve la costruzione del Palazzo Baronale oggi sede del comune.
Controne segue le vicende dei vari signori feudali che si sono succeduti con arroganza tanto da far nascere forme di rivolta e di brigantaggio raccontate in numerose leggende locali. Va ricordata nel 1647 una sommossa popolare che portò alla riscrittura degli statuti comunali e a maggiori garanzie per il popolo.
Nel 1760, Controne entrò a far parte dei possedimenti reali della Regia Camera Sommaria che, oltre a controllare i conti dello stato, dirimeva le questioni relative alle angherie delle baronie.
Dopo il periodo Napoleonico e l’abolizione del feudalesimo, Controne entrò a far parte del Distretto di Campagna del Regno Borbonico e poi del Regno d’Italia nel 1860.
L’agricoltura di Controne è stata sempre il centro della attività del paese grazie ai mulini presenti sul territorio, alimentati da canali dalle sorgenti di montagna, e ad una eccellenza unica: il Fagiolo Controne.
Un fagiolo bianco dalla buccia sottile e particolarmente digeribile la cui coltivazione viene fatta seguendo i metodi tradizionali vicino le sorgenti. Viene festeggiato in una sagra a novembre dove si possono gustare piatti tipici come i fagioli al tozzetto, con la scarola e Laganà e Fagioli, un particolare tipo di pasta fatta a mano.
Foto di copertina: Controne by PIXAL Drone - Davide Ferrigno
Seguici sui social