Livorno


Stemma di Livorno

Livorno è una città di mare della Toscana e nel suo territorio è compresa l’isola della Gorgona inserita nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. E’ un grande porto commerciale e turistico e, come per tutte le città di mare, la sua storia è stata profondamente segnata dall’incontro di culture diverse.
La zona era già abitata durante la preistoria, poi arrivarono gli Etruschi e infine i Romani che chiamavano quest’area costiera Labrone, forse da Liburna che era il nome di una imbarcazione dell’epoca.

La prima notizia di un castello di nome Livorna si trova in un documento del vescovo di Pisa del 1017. Il territorio per lungo tempo ha visto la supremazia della Repubblica Marinara di Pisa che, con l’interramento del suo porto dovuto ai detriti trasportati dal fiume Arno, ha spostato i suoi interessi commerciali e militari verso la realizzazione di un nuovo porto a Livorno.

Nel XIII secolo il borgo è una realtà e nel XIV secolo la città venne fortificata e venne realizzato il Fanale, il famoso faro di Livorno che è fra i più antichi d’Italia.

Dopo la fine della Repubblica di Pisa, la nuova città di Livorno fu governata dalla famiglia Visconti di Milano.

Nel 1407 passò poi sotto il controllo della Repubblica di Genova che la vendette per 100.000 fiorini d’oro ai fiorentini nel 1421 per farla diventare lo sbocco a mare di Firenze. Sono stati proprio i Medici a dare l’incarico all’architetto Bernardo Buontalenti di progettare un nuovo forte con sistema difensivo e l’urbanistica nel nucleo abitativo.

Un grande forte di forma pentagonale con bastioni ai vertici racchiudeva la città ed era circondato da un fossato accanto al Porto Mediceo. Al centro della città si trovava il Duomo e la piazza d’armi.

Nel Cinquecento i Medici decretarono la città ‘Porto Franco’ e questo portò immediatamente ricchezza attirando mercanti e compagnie di navigazione che, a loro volta, portarono consolati stranieri inglesi, olandesi, francesi, corsi, ragusei, greci, armeni, spagnoli, portoghesi, sardi, svedesi, danesi, austriaci, prussiani.

Il rapporto fra Livorno e Firenze è sempre stato di fedeltà e la scritta FIDES nello stemma urbano è stata concessa dal granduca dopo l’aiuto di Livorno contro l’assedio di Firenze da parte dell’Imperatore Massimiliano nel 1496.

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Alla fine del 1100, dalla vicina Umbria arrivò la famiglia De Ponte che comprò molte parti di Scurcola e di Tagliacozzo acquisendo una grande importanza fra i baroni. Ai De Ponte si deve la distruzione del precedente castello e la costruzione di uno nuovo.

Ma nel 1268, Corradino di Svevia fu sconfitto da Carlo I d’Angiò nella battaglia di Tagliacozzo ed iniziò così il periodo degli Angioini di Francia che subito spostarono la capitale del regno a Napoli. Corradino di Svevia era arrivato a Scurcola proprio grazie ai Berardi che gli erano fedeli e questo non piacque ai nuovi governanti.

Con gli Angioini arrivano quindi gli Orsini (imparentati con i De Ponte) ma una parte del territorio diventò Feudo Monacale. Infatti a Scurcola erano giunti anche dei monaci cistercensi dalla Francia e venne costruita la grande Abbazia di Santa Maria della Vittoria, in ricordo della battaglia di Tagliacozzo. L’abbazia era collegata ad una abbazia madre in Francia e, anche se oggi restano pochi ruderi di questa chiesa, i monaci francesi hanno per anni controllato una grande parte del territorio.

Il grande terremoto del 1349 cambierà ancora una volta il corso della storia: l’abbazia venne danneggiata mentre iniziò una nuova vita per il castello.

Nel frattempo gli Orsini erano cresciuti a Roma e il loro obiettivo era allargare i confini dello Stato Pontificio e per questo consolidarono la presenza a Scurcola con la costruzione di una nuova imponente rocca. 

Così, nel 1490 Gentile Virginio Orsini incaricò l’architetto Francesco Giorgio Martini esperto di castelli di costruire una nuova fortezza così come oggi la conosciamo: imponente, elegante e maestoso. Una parte difensiva ma anche una parte residenziale.

Un nuovo terremoto in Irpinia nel 1456 danneggiò alcune strutture anche di Scurcola ma nel Rinascimento, con i Colonna, sono state costruite le meravigliose chiese che sono ancora oggi il patrimonio di Scurcola Marsicana.

Gli Orsini entrarono ben presto in contrasto con un’altra potente famiglia romana, quella dei Colonna, e nel passaggio dai Francesi agli Spagnoli d’Aragona sul trono, i Colonna divennero i feudatari di questo territorio e nel 1504 diventano Duchi di Tagliacozzo.

Ma i sovrani Spagnoli imponevano alte tasse ed impoverirono Scurcola e tutto il regno provocando una grande crisi economica. La peste del 1656 provocò ancora più morti e altri terremoti nel Settecento aggravarono ancora la situazione.

Nel 1734 i Borbone arrivano sul trono di Napoli e si avvertì un miglioramento delle condizioni generali fino all’arrivo di Napoleone Bonaparte. Nel 1806 venne abolito il feudalesimo mettendo fine al ruolo delle famiglie e il castello di Scurcola si avviò alla decadenza.

Con il ritorno dei Borbone sul trono di Napoli, la situazione migliorò ma il lago del Fucino diventò ingestibile e nel 1845 Alessandro Torlonia provvederà al suo prosciugamento.

Durante i lavori, nel 1861, il regno Borbonico venne annesso al nuovo Regno d’Italia dopo alcuni conflitti a fuoco proprio nella vicina Tagliacozzo.

Seguì un periodo di rivolta civile, nacque il fenomeno del brigantaggio e molti abruzzesi lasciarono la loro terra per andare a cercare fortuna in America. Una delle bande più forti è stata quella di Mancini a cui aveva aderito anche Luigi Ciavarella di Scurcola. 

Nel 1915, il grande terremoto della Marsica porterà ancora una volta distruzione su queste terre e aumenterà il fenomeno dell’emigrazione.

Alla fine degli anni ’90, viene restaurato il castello che oggi è tornato alla sua magnificenza.






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