

Pazzano è un piccolo borgo tra le Serre e l’Aspromonte su una altura a quota 460 metri, ai piedi di Monte Stella, e domina la Vallata della fiumara Stilaro che arriva fino al Mar Jonio. Lo Stilaro che dà nome a tutta la valle mineraria nasce proprio a Pazzano.
La valle è circondata dal Monte Consolino e Monte Mammicomito che hanno caratteristiche geologiche uniche, diverse dal resto delle montagne vicine, e che sono ricche di grotte e di giacimenti di ferro.
Si trova in un’area che è stata abitata sin dal periodo del bronzo e del ferro, come lo attestano le necropoli nei comuni vicini. Le montagne sono ricche di minerali, e in particolare di limonite da cui si estrae il ferro, per cui Pazzano è stata oggetto di conquiste a partire dai Greci.
Tutti gli insediamenti abitativi dell’area delle miniere, che comprende più comuni, hanno avuto un carattere difensivo per proteggersi dagli attacchi susseguiti nel tempo.
Dopo i Greci, le miniere sono state una risorsa per i Romani che crearono una colonia per condannati ai lavori forzati in miniera, i ‘damnata ad metalla’, ma finora di questo periodo sono rimaste poche monete ritrovate e pochi altri resti.
Una delle leggende sulla sua creazione è legata alle miniere e narra di tre detenuti ai lavori forzati di nome Pazzano, Spagnolo e Larcara che vennero mandati nella gola sotto Monte Stella. Riuscirono a liberarsi ma Pazzano decise di rimanere a vivere in quel posto che aveva imparato ad amare e poco dopo scoprì i giacimenti di ferro.
Dopo la caduta dell’impero romano arrivarono i Bizantini che hanno avuto il controllo di queste aree.
Intorno al X secolo arrivarono i monaci basiliani, sempre provenienti da Bisanzio, alcuni dei quali si stabilirono nelle grotte delle montagne che decorarono con affreschi che ancora sono visibili. A loro si deve il culto di alcuni santi orientali, l’introduzione della lingua greca e il rito ortodosso che poi sarà combattuto dalla espansione della chiesa cattolica e dalle sue alleanze con conquistatori.
Dopo i Bizantini, i Normanni e gli Svevi di Federico II che divisero la Calabria in zone e dal 1231 Pazzano entrò a far parte della Calabria Ulteriore.
Ancora in questo periodo le miniere di Pazzano erano attive ma nei secoli successivi furono abbandonate fino al 1524 quando Carlo V d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e re di Spagna (fra i titoli più importanti) le donò al suo scudiero Cesare Fieramosca, il fratello di Ettore che aveva vinto la disfida di Barletta contro i francesi.
Nel 1527 le miniere divennero di proprietà demaniale dello stato. Le miniere e le industrie siderurgiche hanno avuto un periodo di grande splendore con i Borbone che avevano a cuore questa area.
L’area dello Stilaro e Pazzano sono stati il motore della rivoluzione industriale del Regno Borbonico, uno dei regni più ricchi e all’avanguardia in Europa fino all’arrivo dei Sabaudi.
Nel momento di massima espansione erano in funzione 25 miniere e industrie siderurgiche di grande valore.; qui arrivavano imprenditori da tutte le parti di Europa e i tecnici specializzati di Pazzano erano considerati fra i migliori del mondo.
A corredo delle industrie anche mulini e centrali idriche con dighe per la produzione di energia elettrica necessaria al funzionamento delle industrie, come il Mulino Vrisa su Monte Stella. Tutto questo è oggi un grande parco all’aperto di archeologia industriale.
Nel 1768 per ragioni di vicinanza a impianti di energia elettrica e strade, la ferriera fu spostata a Mongiana anche attraverso il potenziamento di Ferdinandea, che prende il nome dal re Ferdinando II, uno dei centri industriali più innovativi sia tecnologicamente che socialmente per la qualità dell’organizzazione della vita dei lavoratori. Un esempio da studiare meglio.
Il grande terremoto del 1783 crea danni ma non interrompe del tutto l’attività siderurgica.
Nel 1811, durante il regno francese di Gioacchino Murat, Pazzano diventa un comune autonomo.
Le industrie finiscono irrimediabilmente con l’unità d’Italia e iniziano le prime ondate di emigrazione all’estero. Un nuovo momento di attivismo arriva con il periodo dell’autarchia durante il fascismo quando l’Italia non poteva importare merci e beni dall’estero.
Dopo la seconda guerra mondiale ancora una volta si ferma tutto e ricominciano le ondate di emigrazione all’estero soprattutto in America e Australia.
In questa zona la grotta più famosa è l’Eremo di Monte Stella nelle viscere della montagna omonima, a cui si accede attraverso 62 gradini scavati nella roccia. Iniziato come eremo dei monaci basiliani in un secondo tempo è diventata uno dei maggiori centri religiosi.
Il culto cristiano nasce nel 1563 quando dei marinai stavano trasportando una statua di marmo bianco della Madonna su una loro imbarcazione diretta a Messina. Ad un certo punto la barca si fermò e dalla statua partì un raggio di luce che colpì la grotta di Monte Stella.
La statua venne allora trasportata sulla montagna verso la grotta e al suo arrivo iniziò a sgorgare acqua alla quale è stato attribuito potere di guarigione. Da allora è meta di pellegrini.
Intorno al 1730 fu collocata sull’altare la corona del fleur de lis.
Foto di copertina Marcuscalabresus
Seguici sui social