798, un tocco di Cina a Roma

798, un tocco di Cina a Roma

Quando Gavin mi aveva fatto vedere le foto del gruppo di artisti che aveva visto al 798 a Pechino ho avuto un attacco di gelosia. Le foto mi facevano vedere delle opere intriganti che gettano un ponte fra due culture che per anni sono stati distanti.

L’arte precede sempre le vicende storiche, gli artisti hanno come delle antenne in grado di percepire gli umori della storia e nelle loro opere si può sentire il divenire del tempo. Così dalle foto di Gavin avevo colto un interessante ‘fusion’ in cui nella tradizione cinese si inseriscono tratti della nostra storia artistica.

In questo modo è come se improvvisamente l’oriente diventasse familiare e noi possiamo aprire un dialogo con un intero continente. In fondo la Cina è ancora un punto oscuro per molti di noi e i pregiudizi coprono ogni possibilità di comprendere i fermenti che scuotono questo enorme paese.

798 è il nome del quartiere di Pechino in cui delle ex fabbriche sono state trasformate in laboratori e gallerie d’arte. Qui si possono trovare artisti e artigiani che si cimentano in stili anche molto differenti tra loro. Da quello che segue in modo quasi religioso la tradizione a quelli che sperimentano nuove forme e nuovi linguaggi visivi.

Una selezione di 34 opere di 32 artisti è arrivata in mostra in Europa e una di queste tappe è stata Roma dove abbiamo potuto visitarla nella splendida cornice della Società Geografica Italiana di Villa Celimontana. Vagando fra le sale piene di libri e di storia passata, le opere risaltavano in modo naturale, quasi a riportare quei libri al vero significato della geografia: la conoscenza di paesi e popoli lontani.

I quadri e le installazioni moderne si confrontavano con il passato ed il risultato era una sintesi della storia umana: l’arte unisce oltre ogni confine temporale e spaziale.

Abbiamo cercato di intervistare il curatore e speriamo di poterlo incontrare per sapere qualcosa di più dei singoli artisti. In alcune opere la figura della donna assumeva un ruolo così profondo nei confronti della maternità e dei legami con l’universo che vorrei approfondire la conoscenza dell’artista.

Bisognerebbe organizzare molti più eventi culturali e aumentare la conoscenza fra due culture, quella cinese e quella italiana, che hanno sicuramente lasciato una grande impronta nella storia dell’uomo.

Il quadro in foto è ‘One Love’ di Wu Mingzhong.


Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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