Il cardinale Scipione Borghese ebbe una passione collezionistica sfrenata, al punto che si può dire che con lui nacque il concetto di collezionista e terminò il concetto di mecenate.
Fino alla fine del Settecento nessuno superò la sua collezione in quantità e qualità. Scipione Borghese non fu un intellettuale, come molti collezionisti del suo tempo, ma il maggiore promotore di artisti assoluti come Bernini e Caravaggio e un raccoglitore incontenibile di capolavori che comprendevano anche Raffaello, Tiziano e molti classici romani.
Aveva un occhio formidabile ed era pronto a tutto per ottenere ciò che voleva, completamente senza scrupoli. Come quando si fece arrivare dalla chiesa di San Francesco di Perugia una Deposizione di Raffaello grazie ad un atto ‘Motu Proprio’ con cui il papa la confiscò ai precedenti proprietari a cui diede in cambio due buone copie di dipinti.
Oppure Scipione Borghese, sempre con atto papale, fece confiscare al Cavalier d’Arpino 105 opere, fra cui alcune del suo allievo Caravaggio, perché questi non aveva pagato abbastanza tasse al papato.
Scipione era nato ad Artena nel 1576 da Francesco Caffarelli e da Ortensia Borghese, sorella di papa Paolo V e studiò filosofia nel Collegio Romano e Diritto all’Università di Perugia. Prese il cognome materno proprio dopo l’arrivo al pontificato di suo zio che nel 1605, poco dopo la sua elezione, lo fece diventare ‘cardinal nepote’, un titolo che sarà abolito nel 1692.
Nella vita privata Scipione creò veri e propri scandali e fu più volte descritto come inclinato verso il proprio sesso. Un evento ebbe molta risonanza sia a livello privato che pubblico quando Scipione nel 1605, appena nominato Cardinale, volle chiamare con sé a Roma Stefano Pignatelli suo “intimo” amico conosciuto all’università.
Lo scandalo fu tale che Il cardinale Scipione Borghese cadde malato e guarì soltanto con l’arrivo a Roma di Stefano Pignatelli. Il papa-zio capì fece indossare l'abito sacerdotale a Pignatelli e lo portò fino a farlo diventare cardinale. Proprio in occasione di tale nomina fu scritta una feroce pasquinata, un tipo di satira molto diffusa a Roma che prende il nome da una statua a Trastevere.
Ma Scipione Borghese era un grande e destinato a ricoprire le funzioni importanti come il controllo della Segreteria di stato. Il Cardinale Borghese tentò in tutti i modi di rafforzare la posizione della sua famiglia nell’ambito dell’alta aristocrazia romana, cercando di scalzare la vecchia egemonia dei Colonna e degli Orsini.
Non riuscì, nonostante la pratica nepotistica, a beneficiare dell’assegnazione di un feudo ma con i benefici e le rendite degli Uffici amministrativi si comprò i possedimenti di Montefortino (oggi Artena) e Olevano Romano da Francesco Colonna, e numerose altre proprietà dell’Agro romano. Il ‘cardinal nepote’ riuscì a concentrare nelle sue mani la supremazia sugli altri nuclei aristocratici.
Lo stile di vita del cardinale Scipione Borghese si avvicinò a quello di un principe: «quello che possiede la casa Borghese non solo supera le condizioni di signori e principi privati, ma s’uguaglia e s’avanza a quelle dei medesimi re».
Alla morte di papa Paolo V, il casato dei Borghese rappresentava la dinastia familiare più ricca e più potente che mai ci fosse stata in Roma. Il Cardinale Borghese, era stato capace di assicurarsi fedeli amici e fu capace di conservare molti seguaci all'interno del Sacro Collegio.
Negli ultimi anni il Cardinale proseguì con passione crescente l’opera di mecenate e collezionista.
«Da lungo tempo, Roma non aveva visto un mecenate di così fine intelligenza e di tanta liberalità come questo Nepote. Appassionato in egual misura della musica e delle arti del disegno, egli fece raccolta con gusto finissimo e instancabilmente in tutta Italia di opere di arte che gli affluivano da tutte le parti, sia come doni, sia come acquisti.»
L’opera cui rimane legata la sua fama è costituita dalla celebre e grandiosa Villa Borghese (con annesso il fabbricato del casino e il parco comprendente un perimetro di tre miglia), tra porta Flaminia e porta Pinciana, eretta fra il 1613 e il 1621. All’interno del parco, l’edificio principale è ancora la Galleria Borghese costruita proprio per ospitare la sua collezione d’arte che, anche se in parte dispersa dai suoi eredi nel corso dei secoli, è ancora uno dei maggiori musei d’arte classica di Roma.
Scipione Borghese morì a Roma il 2 ottobre 1633 e fu sepolto nella cappella Borghese in Santa Maria Maggiore.
Nel 1901 Villa Borghese fu acquistata dallo Stato italiano che la donò al comune di Roma che la ha trasformata in uno dei parchi pubblici più belli degno di una capitale del mondo. Nel suo parco si tengono manifestazioni internazionali come il famoso Concorso Equestre di Piazza di Siena.
Una nota: nel 1803 Camillo Borghese, uno dei discendenti, sposò Paolina Bonaparte la sorella di Napoleone a cui fece fare un celebre ritratto con una scultura di Canova. Napoleone si fece mandare 344 pezzi dalla Collezione Borghese ma Camillo, che forse aveva ereditato la passione di famiglia per l’arte, arricchì la Galleria Borghese di molte altre opere d’arte che ancora oggi possiamo ammirare.
Cardinale Scipione Borghese: tra nepotismo e collezionismo sfrenato
- Spoletini
- Categoria: Arte & Architettura
powered by social2s
Seguici sui social