In Val di Bisenzio, a Cantagallo (Appennino Tosco-Emiliano), è nato il museo MATERIA - Museo di Arte e Tintoria, Energie Rinnovabili e Ambiente per formare e avvicinare alla sensibilità ambientale un vasto territorio con una natura spettacolare.
L’area di Prato è famosa sin dal medioevo per le lavorazioni tessili, dalla creazione di ogni tipo di tessuto sino alla sua colorazione e per far questo occorre creatività, energia e continua innovazione nella chimica dei coloranti. Molte imprese tessili, quindi, nascevano vicino ad una delle più antiche forme disponibili di energia: quella idraulica delle pale lungo canali, una energia pulita e rinnovabile.
Da qualche anno proprio a Prato la sostenibilità è tornata in primo piano e le industrie del tessile hanno creato un distretto eco-tessile. Questo ha portato due imprese, il Gruppo Colle esperto di colori e Andritz Group leader nella produzione di turbine, a far nascere questo museo molto originale che ripercorre due storie apparentemente lontane ma fortemente interconnesse: quello del tessile e quello dell’energia.
MATERIA è anche informazione su cosa è oggi l’attività del tessile più legata alla chimica, la tintoria, e sulle evoluzioni che l’hanno resa sempre meno impattante sull’ambiente. Il tessile pratese e italiano ha investito moltissimo in questo ambito e le imprese devono farlo sapere per recuperare vantaggio competitivo.
Il museo si insedia in un mulino della fine del XVI secolo e si può vedere l’antico canale ‘margone’ con la diga e la ristrutturata turbina idraulica dei primi del secolo scorso con la ruota orizzontale con palette a cucchiaio, detta ritrecine. Uno sguardo al futuro, nel presente ma partendo dal passato. Ci sono secoli di lavoro e di ingegneria che si leggono attraverso l’architettura industriale messa in evidenza con passione nel percorso del museo MATERIA.
Quello che molti definivano un progetto visionario è ora un centro per conoscere la storia della lavorazione tessile nella valle pratese, l’importanza della forza delle acque ma anche il rispetto dell’ambiente e delle energie sostenibili e rinnovabili. Il progetto è stato curato dall’architetto Giuseppe Guanci uno tra i migliori ‘archeologi industriali’ Italiani.
Una nota originale: all’interno del museo c’è anche un “confessionale”, una stanza rossa con poltrona e postazione video in cui il visitatore sarà invitato a dichiarare le sue colpe verso l’ambiente e a manifestare le sue intenzioni per migliorarsi.
Mi guida alla scoperta del luogo Elisa Fabbri, responsabile del museo, e partiamo dalla visita alla turbina e al cosiddetto “inferno”, una suggestiva cavità sotterranea di contenimento dell’acqua del 1450. Intorno altre turbine e ingranaggi antichi che mostrano bene l’evoluzione della tecnologia idraulica. MATERIA è energeticamente autonoma: l’elettricità arriva da un impianto fotovoltaico e da una turbina idroelettrica, mentre il riscaldamento è assicurato dal passaggio degli scarichi della confinante tintoria.
All’interno, invece, si respira aria moderna con schermi che mostrano le lavorazioni tessili e l’industria della Val di Bisenzio. Elisa mi racconta che proprio partendo dall’importanza del colore, MATERIA ospiterà mostre d’arte evidenziando il rapporto che lega tutto ciò che è bellezza: arte, moda e ambiente.
MATERIA è più uno strumento per formare la sensibilità ambientale che un museo tradizionale e una esperienza da provare per tutti i turisti in cerca di esperienza e di qualcosa di unico. Dalle tradizioni del medioevo al grande distretto dei tessuti di oggi in una cornice suggestiva. Parte anche da qui la nostra Terza Rivoluzione Industriale del Cetri.
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