I misteri negli affreschi della chiesa di San Sebastiano e Rocco di Acuto

I misteri negli affreschi della chiesa di San Sebastiano e Rocco di Acuto

La chiesa dei Santi Sebastiano e Rocco si trova all’ingresso del paese di Acuto, in Ciociaria, e racchiude tesori artistici e misteri.

Risale al XII secolo e venne intitolata inizialmente a San Sebastiano, protettore contro le malattie e le epidemie. San Rocco è stato poi aggiunto come santo protettore dalla peste. Anche in ragione di trovarsi sulla via Francigena, divenne per i viandanti un posto dove riposarsi.

Al suo interno si trovano cicli di affreschi del 1500 e 1600. Non si può affermare con precisione chi abbia gestito la chiesa, ma entrando si possono ammirare quattro croci patenti di colore rosso inscritte in una circonferenza, simili a quelle visibili in altri edifici sacri appartenute all’Ordine monastico–cavalleresco dei Cavalieri Templari.

All’interno della chiesa è conservata un’acquasantiera a forma di testa di elefante che trova collegamenti con l’Africa e l’Oriente.  L’elefante simboleggia il battesimo in cui la femmina dell’elefante partorisce il piccolo in una palude. L’acquasanta rappresenta l’acqua dello stagno in cui nasce il piccolo e allude al fatto che il fedele, bagnandosene, rinasca. Una simile acquasantiera è piuttosto rara in Ciociaria e l’altro esemplare si trova a Pico.

Gli affreschi che decorano le pareti interne della chiesa risalgono a epoche e committenti diversi, ma sono ricchi di simbologie intriganti. Tra i più antichi, sul lato destro è dipinto un drago di colore verde che assale un leone, che raffigura in modo simbolico l’episodio del tragico “Sacco di Roma” ad opera delle armate imperiali formate dai Lanzichenecchi luterani. L’eresia protestante che afferra il leone simbolo di Cristo.

La parete di fondo è caratterizzata da due angeli che reggono un misterioso stemma azzurro con una torre. Nell’abside c’è l’affresco di un Padreterno benedicente che con la mano sinistra regge un Globo terracqueo trasparente (diviso in 4 parti per omaggiare le nuove scoperte geografiche dell’epoca).

Nella parte inferiore dell’abside è rappresentata la Madonna in trono con il Bambino sotto una conchiglia di Venere, che rimanda alla Pala Brera di Piero della Francesca. Ai lati della Madonna si trovano i due santi della chiesa. Sulla sinistra c’è San Sebastiano, il cui piede destro mostra sei dita, un caso di esadattilia che in altre culture indica un segno d’illuminazione.

Sulla destra della Madonna in trono, è stato dipinto l’altro santo della chiesa, San Rocco mentre mostra la piaga della peste sulla gamba destra (al contrario degli affreschi di San Rocco in tutta Europa in cui la gamba con la piaga è quella sinistra).

Dagli affreschi della parete di fondo si possono ammirare ancora altri particolari curiosi.

In alto, alla sinistra dell’abside, l’Arcangelo Gabriele con un giglio in mano si rivolge alla Vergine. Sotto l’Arcangelo Gabriele è stato affrescato l’Arcangelo Michele con un’armatura romana che colpisce con una lancia il demonio, schiacciato sotto i suoi piedi, mentre con la mano sinistra regge una bilancia.

L’Arcangelo è intento nella “Psicostasia”, cioè la “pesatura delle anime”. Si tratta di un tema che non trova riferimento neanche nelle Sacre Scritture Neotestamentarie, bensì nella tradizione religiosa dell’Antico Egitto. In Italia è piuttosto raro incontrare un affresco del genere. Quella di Acuto è una vera e propria scoperta.

Tra le colonne portanti della struttura monumentale dipinta intorno all’altare laterale destro, si riconosce sulla sinistra il biblico re David con corona e arpa, mentre a destra è stato rappresentato Mosè con il bastone a forma di serpente.

Anche in questo caso si tratta di una raffigurazione piuttosto rara, ovviamente riferita all’episodio dell’Antico Testamento in cui gli Ebrei vennero puniti da Jahvè mediante i morsi di serpenti velenosi, simbolo di conoscenze positive in grado di guarire.

Sulla parete sinistra all’interno del piccolo abside è raffigurato l’Onnipotente con il volto incorniciato da una folta barba grigia, inserito in un sottile triangolo d’oro, con addosso una veste azzurra e un mantello rosso, mentre regge con la mano sinistra il Globo terracqueo. Al contrario del Padreterno nell’abside principale, il globo è diviso in 3 parti secondo la concezione trinitaria medievale del mondo e benedice con la mano destra.

Ma l’elemento più interessante e vero polo di attrazione ad Acuto per le ricerche esoteriche è il magnifico Palindromo. Si tratta di un rettangolo di 11 x 9 quadratini, in ognuno dei quali è inserita una lettera che serve per formare la frase, leggibile in tutti i versi a partire dal centro, “DEO GRATIAS”, cioè “Grazie a Dio”.

Il centro del rettangolo e di tutta la composizione è la lettera “D” di colore rosso. La frase di Acuto è piuttosto rara. Non risulta che esistano altri esemplari in una chiesa. Quella della chiesa di San Sebastiano e Rocco di Acuto è davvero unica. La D di “Deus” centrale funge da perno attorno a cui tutto ruota. Ciò che emerge è un labirinto, in cui comunque abbandonandosi con fiducia alla strada tracciata dal “DEO GRATIAS” si giunge in ogni caso a Dio.


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