Il colore celeste nella vita come nella ceramica

Il colore celeste nella vita come nella ceramica

Leggendo e studiando in aree diverse, non solo l’arte nella ceramica, sono arrivato a capire che il colore celeste ha un valore e significati speciali. Un valore soggettivo, che noi uomini gli attribuiamo, e uno oggettivo, visivo e reale.

La nostra vita è ricca di celeste: si riesce a vederlo ovunque, anche dove non te lo aspetti, proprio lì dietro l'angolo. Così affermi, stupito:

“Addirittura, anche qui il celeste! Non ci posso credere, non me lo aspettavo! “

Bene, e per le mie ceramiche? Il “caro amico” celeste, così mi piace definire così questo colore, c'è sempre ma non si vede. Si nasconde fra gli altri colori, ma non per questo è meno importante. Forse è un po' 'timido' per qualcuno, per qualcun altro è poco importante, troppo 'delicato' e poco consistente.

Per me, invece, il colore celeste è di grande valore, 'delicato' sì, ma anche nobile e per nulla banale. Pensando ai miei lavori, ai paesaggi di Castelli, ai volti, alle scene con figure mitologiche, ai fiori, alle immagini moderne, dico che il celeste è un sostegno di cui non posso fare a meno.

Avrei molta difficoltà ad impostare un lavoro su ceramica, senza celeste. Il celeste per me è l'inizio di un lavoro: è traccia, definizione, contorno, ombra, volume, tratteggio e texture.

È fondamentale, mi guida, e mi permette di capire e immaginare, con largo anticipo, persino il lavoro finito. Facilita la lettura dell'immagine dipinta sulla superficie smaltata. La sua nobiltà, allora, è quella di offrirsi come base per tutti gli altri colori, che abitualmente vi sovrappongo. Tutto assume una sua precisa collocazione solo se c'è il celeste.

Ma non è solo la mia impressione! Osservando le opere degli antichi ceramisti castellani, ma anche quelle degli artisti più recenti, non posso fare a meno di notare come il celeste è una costante imprescindibile.

E parlando con una amica mi ha fatto notare come il colore celeste è usato come sfondo in molti effetti speciali cinematografici e televisivi con una tecnica chiamata “blue screen”. Si girano le scene in uno studio con pareti e soffitti blu e in post-produzione si aggiunge lo sfondo. Che siano le previsioni del tempo o le scene degli effetti speciali di Matrix o quadri surrealisti, quello che cambia è il contesto ma il valore del celeste sarà sempre universale, nel passato come nel futuro.

 


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