La ricetta del “Borgo del Futuro” di Ri-Gymnasium

La ricetta del “Borgo del Futuro” di Ri-Gymnasium

«Il Borgo del Futuro avrà i segni della modernità e dell'efficienza e i caratteri della civiltà classica, e la cultura sarà il cardine dello sviluppo»  (Architetto Luca Calselli)

La ricerca sulle caratteristiche che dovrebbe avere un Borgo del Futuro è cominciata nel 2014 con il progetto di recupero della Palestra di Paliano di Massimiliano Fuksas e Anna Maria Sacconi.

Il progetto di rigenerazione era promosso dal presidente della locale BCC, Giulio Capitani, per innescare un processo di sviluppo della città e dell'intera area.

Ri-Gymnasium è una rete di professionisti, coordinati da Luca Calselli e Dario Biello, che lavora su progetti complessi di rigenerazione urbana e di sviluppo territoriale. Il loro approccio umanistico e multidisciplinare attiva iniziative architettoniche e urbanistiche che attraversano la comunicazione, il design, l'arte, la letteratura, la filosofia, la formazione, il cinema e la fotografia. 

Il progetto di Paliano non si è concretizzato ma è stato l'inizio di un processo di ricerca continuo che si è applicato con successo a diversi ambiti territoriali e altri paesi, un modello replicabile e in grado di garantire ampi margini di originalità.

Il Borgo del Futuro di Ri-Gymnasium è oggi un progetto maturo adottato da Arpino, la città di Cicerone, di Caio Mario e di Vispiano Agrippa che si è candidata a Capitale Italiana della Cultura 2021.

Arpino intende porsi come modello da imitare nella sperimentazione di pratiche di rigenerazione e sviluppo dei borghi, in Italia e in Europa.


Il lavoro di questi anni e l'accelerazione data negli ultimi mesi da Arpino, pongono il progetto una come soluzione d'avanguardia nell'adozione di politiche di crescita e nelle prospettive per il futuro, dopo la drammatica crisi Covid19. 

Non è un caso che accanto ad Arpino capofila, ci siano come partner più di novanta comuni, nelle province di Frosinone, Latina, la Città Metropolitana di Roma Capitale, oltre ad Università e alcuni dei più grandi architetti di fama internazionale.

Parafrasando Salvatore Settis, con il suo "Se Venezia muore", si è posto il problema "Se Arpino muore", dichiara Arduino Fratarcangeli, sociologo coinvolto nel progetto. 

Un’ombra sembra proiettarsi verso le aree esterne ai grandi agglomerati urbani. 

Tutto ciò che non viene incluso nella città è aggredito da un fenomeno che relega queste aree ad entità sempre più frammentate e marginali che, nella peggiore delle ipotesi, diventano stoccaggio delle esternalizzazioni negative delle aree metropolitane. 

Ragioni produttive e di mercato stanno violando gli equilibri naturali, gli spazi sociali ed economici delle città e dei borghi incastonati nelle aree rurali urbane. 

Le piccole città che si salveranno saranno quelle che, per tempo, sapranno programmare e progettare il loro futuro. Quelle che sapranno offrire la possibilità di vivere degnamente alle loro comunità e, dunque, limitando l'esodo o addirittura diventando attrattive per nuove famiglie.

Queste sono le emergenze, alla base del progetto.

La città, ontologicamente, non è. Essa esiste ma la sua fisicità è solo una parte del suo esistere in quanto organismo complesso.

L'altra parte, la più importante, è la comunità grazie alla quale la città vive, cresce e assume identità. 

È sul progetto dello spazio pubblico, dunque, che si sta lavorando, intendendo per spazio pubblico sia il luogo fisico di una piazza, una strada, un parco (outdoor o indoor) che lo spazio virtuale di condivisione che il web rende disponibile (di cui è impossibile fare a meno), oltre a quello della pubblica amministrazione con i suoi servizi alla persona, all’impresa, alla cultura, alla salute. 

Tre ambiti diversi ma interconnessi. 

Solo così si entra nell'ottica del progetto dello spazio pubblico come concreta occasione di rigenerazione urbana. Un progetto che non si risolve in una ordinaria opera edilizia o in un intervento di decoro urbano, ma che utilizza le diverse discipline delle scienze umane su più livelli: fisico, virtuale, ideale e concettuale.

L’obiettivo finale è il soddisfacimento delle esigenze e delle aspettative delle comunità, e dei bisogni e delle emozioni dei singoli componenti di quelle comunità.

Questi sono i princìpi alla base del progetto.

È altamente probabile che nel dopo-coronavirus si assisterà a un sensibile rallentamento del fenomeno dell'abbandono dei borghi. La gente si chiederà se sarà ancora opportuno abbandonare le aree periferiche o se non sarà possibile cercare soluzioni diverse. 

Parallelamente, ci sarà chi, nelle grandi città valuterà la possibilità di trasferirsi nelle aree rurali. La politica dovrà cogliere l'opportunità e dare risposte puntuali e concrete a questi interrogativi. 

Risposte visionarie, che possano rendere davvero attrattivi i borghi, le città minori, le aree rurali. Altrimenti il fenomeno ripartirà. Inevitabilmente.

Su queste emergenze e su questi princìpi si sta muovendo il gruppo Ri-Gymnasium con l'idea di edificare una nuova policy che declini in positivo il concetto di qualità ambientale, culturale, sociale, economica e, dunque, politica.

Il progetto Arpino Borgo Futuro sarà presentato in estate durante il Certamen, per il Premio Biennale di Divulgazione dell'Architettura 2020/2022.


Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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