Guardare le creazioni artistiche di Fabio Taramasco è un piacere per tutti i sensi. Immediatamente si è colpiti dalla ideazione dell’opera e dalla abilità della sua realizzazione. Poi si sorride con il titolo. Ed infine si arriva in profondità al significato e ai collegamenti concettuali.
Fabio Taramasco si definisce un artista “pop-concettuale” e in queste parole si comprende l’amore per l’ironia e la voglia di raggiungere il grande pubblico rendendosi comprensibile a tutti.
Ci ha colpito la sua ultima creazione artistica “ARBANELLE, sardine sott'olio”, quasi una installazione: sardine di ceramica sott’olio in un barattolo di vetro che richiama la tradizione mediterranea della sua terra.
Fabio Taramasco, cosa ti ha ispirato a creare questa collezione di sardine?
Tutto è partito dai miei studi del passato e da una frase di Churchill “il passato deve essere conservato per il futuro”. Nel mio lavoro di restauratore sono spinto dall’idea che la storia fa parte del presente e così ho iniziato a interpretare gli oggetti della storia familiare.
Conservare il cibo sott’olio fa parte delle tradizioni di tutte le famiglie, siamo sulla costa ligure e ci portiamo in casa il mare conservando i pesci sott’olio.
E’ una installazione per certi aspetti divertente, cosa vorresti suscitare in chi la guarda?
Mi piace creare delle opere che le persone hanno il piacere di possedere e di guardare. E mi piace entrare in contatto con le persone che comprendono l’opera. Vorrei regalare un sorriso alle persone.
Alcune volte è rischioso: la raffinatezza è essenziale per raggiungere una vera ironia. L’eleganza deve essere intrinseca alla creazione per non scivolare nella volgarità.
Anche l’uso del colore è importante. I colori accesi e con contrasti contribuiscono a creare benessere ed esercitano una sorta di “cromoterapia” a chi li osserva.
Perché le sardine?
Il mare fa parte del mio linguaggio e spesso ho cercato di rappresentare la sua energia. E’ un essere vivente che all’interno racchiude un suo mondo: i pesci e molto altro.
Le sardine sott’olio sono l’evoluzione di una precedente mostra dedicata ai pesci del mediterraneo, il “Muto parlante”, in cui avevo creato dei quadri di pesci usando diversi materiali (legno, metallo e ceramica) unendo il linguaggio visivo con quello testuale.
La sperimentazione, l’indagine approfondita di un tema, fa parte della mia storia artistica proprio come il mare fa parte della mia storia personale.
Seguici sui social