Il 2017 è stato dichiarato ‘Anno Martiniano’ in onore dei seicento anni dall’elezione al soglio di San Pietro di papa Martino V Colonna nel 1417.
La nostra storia e quella del mondo occidentale è stata fortemente intrecciata a quella della potente famiglia Colonna ma in fondo sappiamo poco di una delle sue figure più interessanti: Oddone Colonna diventato papa con il nome di papa Martino V.
Ci immaginiamo i Colonna sempre come grandi condottieri: chi da lo schiaffo di Anagni, e in qualche modo segna l’inizio allo scisma della chiesa, o chi vince i turchi nella battaglia di Lepanto e ferma l’islamizzazione dell’Europa. Tutti valorosi soldati di cui si ammirano le gesta eroiche ma non quelle politiche.
Papa Martino V è diverso, credo sia uno dei politici più interessanti della storia. Si è fatto eleggere in Germania al Concilio di Costanza facendo dimettere tutti e tre i ‘papi’ e gli ‘antipapi’ che rivendicavano il loro potere. A lui si deve l’impostazione amministrativa dello Stato Pontificio così come lo conosciamo e con lui arriva il Rinascimento a Roma.
Ma andiamo per ordine perché la storia dei 3 papi è intrigante e merita di essere raccontata.
Martino diventa prelato ed arriva a far parte del gruppo di diplomatici che conduce le trattative per porre fine allo strappo di Avignone ma le sue posizioni sono così originali che il papa romano Gregorio XII lo scomunica.
A quel punto la situazione diventa così contorta che viene eletto un terzo papa a Pisa e Martino si ritrova in qualche modo coinvolto nella vita del dei due papi pisani che hanno generato questa anomalia e in particolare a papa Giovanni XXIII (più che papa questo è un antipapa e il vero papa Giovanni XXIII è quello che tutti conosciamo e amiamo per la sua opera ‘Pacem in Terris’).
Protagonista della riconciliazione diventa il re (poi imperatore) Sigismondo che convoca un Concilio a Costanza, in un ‘luogo neutrale’, invitando il papa romano Gregorio XII, l’antipapa di Avignone Benedetto XII e l’antipapa di Pisa Giovanni XXIII.
Martino è protagonista attivo di questo concilio di Costanza e, mentre un papa fugge, dopo circa 4 anni di trattative tutti si dimettono e in soli tre giorni viene eletto papa Martino V Colonna proprio il giorno di San Martino.
Le abilità di Martino V e la sua capacità di tessere relazioni internazionali è evidente quando si considera che il Concilio di Costanza aveva stabilito che le votazioni si sarebbero tenute per nazioni e non per persone e, quindi, mettendo in minoranza gli italiani. Quattro anni di trattative e accordi per poi arrivare ad una elezione che si è risolta in soli 3 giorni!
La potente famiglia Colonna finalmente ha un papa che si ritrova però a governare su popoli e paesi stremati da lotte e da giochi di potere.
Famiglie cardinalizie abituate a sgambettarsi e a schierarsi indifferentemente con uno o l’altro potere.
Martino V decide di arrivare da Costanza a Roma lentamente per far calmare i bollenti spiriti e lungo il cammino si ferma in importanti città. Ad esempio trascorre un anno e mezzo a Firenze dove incontra soprattutto i grandi maestri dell’arte che stavano dando l’avvio al Rinascimento toscano e che, poi, lo avrebbero seguito a Roma per far ‘rinascere’ anche la capitale.
Papa Martino V Colonna entra a Roma il 30 settembre 1420 ed ha le idee molto chiare. E’ il primo papa romano dopo 135 anni e vuole far splendere la città: deve ricostruire lo Stato Pontificio partendo dalla burocrazia amministrativa per arrivare fino all’arte e all’architettura.
Martino riesce in tutta questa incredibile opera ma con un sistema che darà poi avvio ad un uso negativo e improprio del sistema stesso: il nepotismo. Martino V non si fida di nessuno e si circonda solo della sua famiglia che fa eleggere nei posti chiave.
Libera Roma dall’esercito napoletano della Regina Giovanna II ma fa eleggere i fratelli come duca di Amalfi, di Venosa, principe di Salerno e altro.
Un papa capace di usare anche la forza contro i nemici come il condottiero Braccio da Montone ma di indire un Giubileo del 1423 per avere la scusa di riportare Roma ad una eccellenza artistica e un vivo centro culturale. Chiama i migliori artisti dell’epoca per far tornare a splendere la città e con lui vengono aperti i cantieri al Laterano e al Vaticano, dove trasferisce la sede del papato.
Brunelleschi e Donatello vengono più volte a Roma, si lasciano ispirare dalle architetture della città e gettano i semi per una rinascita culturale e artistica che darà i suoi frutti negli anni e nei secoli successivi.
La grandezza di Roma, il Rinascimento poi tutti gli altri stili che si sono succeduti sono in gran parte dovuti all’opera di questo papa e alla sua abilità di avere una visione che supera i contrasti momentanei. Un pragmatismo in politica come nell’arte che porta Martino V ad essere annoverato fra le grandi figure della nostra storia.
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