Benvenuti nel Prefuturismo! Il Novecento si presenta come un secolo straordinario. I primi aerei e le prime automobili hanno sconvolto la fantasia di molti intellettuali che di colpo si sono trovati a poter immaginare un futuro diverso pieno di macchine e intriso di potenza e velocità.
Il Futurismo è l’epiteto di queste emozioni e sin dall’uscita del primo Manifesto su “Le Figaro” di Parigi, artisti di varie discipline hanno iniziato a cercare di rappresentare le emozioni provocate dalla interazione con aerei, dirigibili, treni e veicoli di varie fogge. Non più soggetti statici ma esigenza di mostrare dinamismo, movimento e potenza. Colori decisi, energici e parole trancianti!
Nei primi del novecento nascono le prime competizioni sportive, dove arditi piloti si misuravano cercando di battere confini umani della velocità che per millenni nessuno immaginava di poter varcare. La storia della Targa Florio è la prima e una delle più belle ed emblematiche di questa epoca.
Ho avuto la fortuna di incontrare anni fa Antonio Marasco e di partecipare alla prima edizione della Eco-Targa Florio, una nuova edizione basata sui motori elettrici. Assieme a Leone Martellucci e a Fabio Massimo Frattale Mascioli abbiamo gareggiato su e giù per le Madonie avvolti in una natura potente e strepitosa e paesaggi mozzafiato. Ci siamo poi ritrovati a Palermo per una indimenticabile cena in una tonnara siciliana mentre un cuoco ci preparava una “cassata” con ricotta fresca, il migliore dolce al mondo.
Antonio Marasco è socio fondatore della Fondazione Targa Florio e l’ideatore di questa gara. Dire che è innamorato della storia e delle tradizioni automobilistiche è ridurre la forza della sua passione. Non sono solo i motori ad elettrizzarlo ma tutto il contesto culturale attorno al quale sono potute nascere e fiorire le grandi idee. La sua è una missione di cultura sportiva in uno sport, il motociclismo, che è sintesi di innovazione e competizione.
Antonio ha fondato due musei, il Museo storico del Motorismo Siciliano e della Targa Florio a Termini Imerese e quello di Collesano di cui è stato co fondatore e che raccolgono testimonianza dello “spirito dei tempi”. Nell’incontro che abbiamo avuto mi ha travolto con notizie a dir poco sorprendenti riguardanti il movimento dei futuristi e i suoi primi semi piantati in Sicilia ed in qualche modo connessi con la Targa Florio.
Prefuturisti e Prefuturismo in Sicilia
“Come può nascere l’idea di fare una gara sportiva? Quale humus ha permesso ad una serie di figure intellettuali e sportive di emergere?”, queste sono le domande che hanno animato le ricerche di Antonio Marasco in Sicilia. E le risposte sono veramente sorprendenti.
Nei primi del novecento Vincenzo Florio era forse il maggior imprenditore Siciliano ed era una figura intellettualmente molto attiva, tanto che a lui è stato dedicato l’aeroporto di Trapani. La sua famiglia era già nota da generazioni ed era tra le famiglie più ricche d’Italia, disponeva di una flotta di novantanove navi e di un impero industriale che spaziava dalla chimica al vino, dal turismo all'industria del tonno. Erano i protagonisti europei della Belle Epoque tanto che anche l’imperatore tedesco Guglielmo II soggiornava spesso da loro.
Era naturale che anche gli intellettuali dell’epoca gravitassero nell’orbita dei Florio proponendo le innovazioni più ardite e nuovi paradigmi culturali. Fra gli amici di Vincenzo si ritrova un giornalista genovese, Mario Morasso, che aveva fondato riviste di auto e scriveva passi memorabili per L’Ora e per Rapiditas di Palermo.
Mario Morasso è l’autore del libro “La nuova arma” del 1905 dedicato all’automobile e il cui protagonista è Wattman (il moderno uomo-macchina). Era un promotore del mito della velocità e delle macchine e sognava un mondo moderno e meccanico. Nel suo libro possiamo dire che aveva prefigurato la nascita dei robot (anche se questo termine è stato creato anni dopo da Capeck in “R.U.R.”) con delle figure di “uomini metallici, di automi invulnerabili, mostruosi e docili, geniatura vera dell’uomo e forse sua erede e continuatrice sul nostro pianeta assiderato”.
Lui e Vincenzo si vedevano a Palermo e si scambiavano idee. Poi Vincenzo andava spesso a Parigi (aveva poi sposato una francese) dove incontrava Marinetti lungo i caffe dei boulevard. Il collegamento culturale è immediato e le somiglianze fra gli scritti di Morasso (1905) e quelli di Marinetti (1909) denotano una influenza del primo sul secondo.
Futurismo e innovazione tecnologiche
Questo fervore “meccanico” siciliano è stato un perfetto humus anche per innovazioni tecnologiche come quelle della telemetria, oggi normalmente usata in ogni manifestazione sportiva, ma introdotta inizialmente nelle Targhe Florio, e quella dei telai di sicurezza.
Ma la storia raccontata con più passione da Antonio Marasco è quella di “Ciccio si Cefalù”, un signore di 80 anni che è stato il primo a ideare e realizzare scarpe personalizzate per i piloti automobilistici. Le sue creazioni sono in mostra in ogni museo automobilistico del mondo: da quello della Targa Florio (ovviamente) a quello della Porsche e della Mercedes a Stoccarda.
Il compito della Fondazione Targa Florio è quello di indagare ancora e di raccogliere storie, cimeli e reperti capaci di aumentare le proposte di qualità e le offerte turistiche. Il turista che viene in Sicilia e Italia cerca lo spirito della nostra creatività e stimolanti curiosità culturali.
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