Leggendo la storia delle melanzane ripiene alla calabrese mi è venuto subito alla mente il vitigno Gaglioppo, il più importante della Calabria, quello che dà vita in particolare al vino Cirò Doc.
Una Denominazione di Origine Controllata che prende il nome dalla cittadina omonima, Cirò, posizionata sulla costa ionica e leggermente più a nord di Grotteria, il paese di origine di questa splendida ricetta delle melanzane ripiene, che si trova nella Locride.
Gli incontri fortuiti, la condivisione di un’idea, il contatto in tempi di crisi hanno dato vita a questa collaborazione che racconterà sempre di più di vini e di territori.
Con Discoverplaces siamo uniti dalla voglia di contribuire, come possiamo e come sappiamo fare, a valorizzare il nostro patrimonio, le nostre radici.
Ed eccoci allora a parlare di vino e di Italia, di cucina tradizionale e di perle enogastronomiche, bellezze delle quali l’Italia è ricca e che sicuramente torneranno a splendere quando saremo usciti da questo brutto periodo.
Il Gaglioppo è un vitigno autoctono, famoso fin dai tempi della colonizzazione greca, che ha portato in Italia le conoscenze tecniche e le tradizioni di vinificazione nate, come ormai tutti sappiamo, nell’Asia Minore, e poi qui perfezionate anche grazie al contributo degli Etruschi.
Quello che mi piace ricordare è che questa uva ha tra le sue caratteristiche principali la resistenza, la capacità di adattamento alle ardue condizioni climatiche dell’area, a cominciare dalla siccità… Diciamo che incarna proprio lo spirito calabrese!
Da uva nera di grande carattere, il Gaglioppo si esprime bene sia nella sua versione più concentrata, cioè nel vino rosso, sia quando dà vita anche a splendidi rosati, capaci di rivaleggiare con le altre zone di produzione classiche: Puglia, Abruzzo e Lago di Garda soprattutto.
Al naso i sentori di frutta rossa e fiori aprono la degustazione, che poi vira spesso su speziature importanti, anche nella versione rosata, comunemente considerata quella più facile. Al palato non mancano i tannini, la fama del Gaglioppo è di essere austero e non sempre di beva semplice, ma l’importante è approcciarsi con la giusta apertura.
Per la ricetta delle melanzane ripiene alla calabrese, pur nella sua ricchezza, è consigliata sicuramente la versione rosata, con un corpo adatto ad un piatto che non ha strutture e riduzioni elevatissime.
Possiamo citare aziende grandi e famose, come Librandi, o anche più piccole come dimensioni, e penso a Cataldo Calabretta. In entrambi i casi parliamo di cantine che possono essere considerate ambasciatrici di un bere calabrese di tutto rispetto.
Il Cirò Doc Rosato è un ottimo abbinamento alle melanzane ripiene nella ricetta di Grotteria perché i profumi del basilico e del ripieno saranno sicuramente ben sostenuti dai sentori speziati del Gaglioppo.
La parte grassa e untuosa del piatto (soprattutto nella versione fritta) sarà contrastata dall’acidità e dalla sapidità di questo vino storico, mentre la struttura non eccessiva della versione rosata del vino si adatterà perfettamente alla tenerezza delle melanzane ripiene.
Insomma un connubio di grande piacevolezza, che merita di essere seguito magari da un grande dolce calabrese. Il motivo?
Be’ perché pensando ad un piatto dolce possiamo avvicinarci alla Locride e a Grotteria, per scoprire un’altra perla, ancora più rara, dell’enologia calabrese. Il Greco di Bianco Doc, un vino passito più unico che raro. Inutile dire che vi consigliamo di assaggiarlo se vi capiterà l’occasione di trovarlo in enoteca o al ristorante.
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