Coloratissime e gustose, le fragoline di bosco vantano una origine antica e misteriosa collegata alle pene d’amore e celebrate ogni anno nella famosa festa della fragolina di Nemi. Crescono nascoste nel bosco della cittadina di Nemi, noto comune sull’incantevole lago dei Castelli Romani, e si celano tra cespugli e alberi fino alla loro completa maturazione.
La storia di questa fragola è legata al Nemus Nemòris, il bosco sacro della dea Diana, dea della caccia e dea dei boschi, che oggi si trova fra il paese di Nemi e il piccolo lago. Il mito racconta dell’amore nato tra Adone e Venere, dea dell’amore e della bellezza, e della gelosia di Persefone.
Questa era una dea minore degli inferi sposa di Ade, indiscusso sovrano dell’oscuro, che gelosa e irritata dal comportamento amoroso di Venere nei confronti del ragazzo chiese aiuto a Marte. Il dio della guerra infuriato si trasformò in cinghiale e durante una battuta di caccia uccise il conteso ragazzo.
Le lacrime di disperazione di Venere a contatto con il sangue di Adone si trasformarono in piccoli cuori rossi da cui nascono le fragoline di bosco.
Questo mito ha portato ad una festa in onore di Adone che è poi stata in qualche modo ripresa dalla festa di Sant’Antonio da Padova il 13 giugno. Per questo a Roma in Piazza Campo de' Fiori le ‘fragolare’ (le raccoglitrici di fragole) preparavano un canestro con la statua del santo e intorno vi adagiavano cestini di fragole che poi distribuivano ai passanti. La festa è celebrata in alcuni dipinti dell’epoca.
Nel 1922 la festa è stata trasferita a Nemi dove, nella prima domenica di giugno, ragazze di ogni età con indosso gli antichi costumi tradizionali (gonna rossa, bustino nero, camicetta bianca e la mandrucella in testa), percorrevano le strade del paesino distribuendo le fragole.
La festa delle fragole era stata spostata a Nemi perché questo era uno dei centri di coltivazione di una delle specie più gustose: già nel 1877 negli Atti dell’Inchiesta Parlamentare Jacini, le fragoline di bosco di Nemi erano inserite fra i prodotti tipici.
Forse per il microclima del lago, forse per i terreni vulcanici, forse per le caratteristiche dell’acqua, la fragola di Nemi ha un gusto particolare e unico, è ricca di vitamina C, calcio e fosforo, e oggi è un prodotto IGP – Indicazione Geografica Protetta. Dai boschi negli anni ’50 inizia una vera produzione agricola.
La festa della fragolina di Nemi si svolge all’insegna dell’allegria con concerti, cortei di sbandieratori e degustazioni con uno straordinario spettacolo pirotecnico sulle rive del lago vulcanico. Accanto al frutto si svolge anche una Mostra dei Fiori: i fioristi locali abbelliscono con le loro creazioni alcuni scorci del centro storico.
Nella tradizione popolare alla fragola erano attribuite delle virtù magiche. Si dice che per evitare il morso dei serpenti si dovessero raccogliere le foglie il 24 giugno, farle essiccare al sole e realizzare con esse una cintura. Questa, indossata, avrebbe tenuto lontano i serpenti. Infatti un tempo, la fragola, era simbolo di purezza in quanto, mentre cresce nel terreno ed è continuamente schiacciata dalle serpi, essa si mantiene pura e non si imbeve delle spregevoli velenosità di questi animali.
Anche in America esistono particolari legende legate a questo frutto e tra gli indiani dell’Ontario era diffusa la credenza secondo la quale quando un uomo muore il suo spirito resta vivo ed entra nel paese dei morti vagando finché raggiunge un’enorme fragola. Se l’anima gusta questo frutto dimentica il mondo dei vivi, se invece non lo tocca ritorna sulla terra.
Tornando a Nemi, per decenni la coltura delle fragoline di bosco ha riempito di fiori, di profumi e di canti l’intera conca del lago grazie anche alla realizzazione di un caratteristico sistema di terrazzamenti in pietra. Oggi accanto a quella tradizionale di bosco, che matura a maggio e giugno, si coltivano quelle rifiorenti che danno frutti fino all’autunno e quelle tradizionali più grandi.
A Nemi le ‘lagrime di Venere’ si possono gustare con una bella vista sul lago con lo sguardo che arriva al mare o passeggiando sui terreni dove hanno camminato imperatori come Caligola che si era fatto costruire una ‘villa galleggiante’ proprio sul lago che oggi è visibile nel Museo delle Navi di Nemi. Ma si possono anche bere con un particolare infuso chiamato il Fragolino di Nemi.
Tutte le scuse sono buone per lasciarsi andare alle tentazioni.
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