È una delle prime parole che imparano i bambini e ognuno di noi ne ha mangiate molti chili, sembra che faccia parte della nostra civiltà da sempre ma ha avuto periodi di ostruzionismo: questa è la sintesi della storia della patata.
La patata arriva in Europa con i conquistatori spagnoli del Perù, che la prendono dagli Inca, e la sua prima descrizione risale al 1537. Dalla Spagna passa nei Paesi Bassi e in Italia (che era in parte un possedimento spagnolo) e qui viene chiamata ‘tartuffolo’ o ‘tartufo bianco’.
La sua prima comparsa in Inghilterra è nel 1588 grazie a Walter Raleigh, uno dei più famosi avventurieri della regina Elisabetta I. Walter era un navigatore e corsaro che scoprì territori americani e scelse il nome di Virginia per il nuovo stato americano in onore della sua amata regina.
Per molti anni la patata non gode di grande successo, forse perché la sua forma bitorzoluta ricordava un lebbroso, forse perché non era citata nella Bibbia, forse perché molti mangiavano le foglie che sono velenose. In Italia la patata viene portata alla fine del XVI secolo dai padri Carmelitani che consigliavano alcune ricette, ancora molto moderne, seppure con scarso successo.
Il successo della patata è dovuto a due fattori trainanti: la carestia del 1770 e le politiche intraprendenti del Re Sole di Francia.
Dal 1700 patata e mais, grazie alla loro resa agricola, diventano gli alimenti principali della dieta degli europei. Nel nord Europa la grande fame provocata dalla guerra dei sette anni (1756-1763) e dalla carestia del 1770-72 spinge le persone al consumo della patata che, crescendo sotto terra, si era salvata dalle distruzioni degli eserciti.
Ma la trasformazione da cibo per la sussistenza a prodotto alimentare ricercato, gustoso e appetibile, si deve ad un agronomo francese, Augustin Parmentier.
Mentre era prigioniero in Prussia, Augustin conosce la patata e la presenta in Francia come un ‘pane già fatto’ che non ha bisogno di mugnaio o di fornaio ad un premio per nuovi cibi contro la carestia.
Il re se ne innamorò e emanò un editto per obbligare tutti a coltivare questo tubero. Ma la costrizione non ebbe effetto ed allora il re, consigliato da Parmentier, usò un altro stratagemma. L’idea era di suscitare invidia e senso di emulazione da parte delle persone per portarle a desiderare di coltivare da soli le proprie patate.
Il re fece piantare le patate in un’area a Campo di Marte e fece presidiare questo terreno da guardie reali dicendo che si trattava di coltivazioni destinate solo al re. Questo suscitò piccoli furti e ruberie dei tuberi.
Dopo soli pochi anni la popolarità della patata era indiscussa e le sue ricette erano presenti in tutti i libri di alta cucina.
L’invenzione delle crocchette arriva nell’Ottocento grazie ad Antoin Careme.
Oggi la patata si consuma praticamente in tutto il mondo in molte ricette diverse ed è alla base della alimentazione di buona parte della popolazione occidentale. I diversi tipi di patate sono classificati in base alle caratteristiche della polpa a pasta gialla o a pasta bianca, più adatta per purè.
La patata – pètata Leonessana
L’altopiano di Leonessa, a una quota di quasi 1000 metri, è tradizionalmente vocato alla coltivazione della patata che qui assume un gusto e proprietà nutritive uniche. Il terreno ha meno ossigeno ma più nutrienti come vitamine e minerali e pochi zuccheri.
In queste condizioni la patata, sia quella a buccia rossa che bianca, è un po’ più piccola del normale e più farinosa e sicuramente più saporita. Pronta subito all’uso perché asciutta.
Lo zucchero, presente solo per il 16%, rende la patata di Leonessa adatta anche ai diabetici e alle cure dimagranti per i quali il dott. Ivo Pulcini ha creato una particolare dieta. È particolarmente indicata anche per gli sportivi proprio per la sua alta digeribilità.
Le qualità della patata di Leonessa sono talmente particolari che dal 1990 ogni ottobre si festeggia con la ‘Sagra della Petata Leonessana arrosta, lessa e rescallata 'ideata e realizzata dal prof. Ivo Pulcini nel 14.10.90, con tanto di premio per la patata più grande.
Il nome dialettale sottolinea il forte legame con il territorio e il modo in cui tradizionalmente viene cotta. La patata ‘rescallata’ è un’antichissima ricetta in cui le patate lesse vengono saltate in padella con cipolla e pancetta fino a renderle profumate. Da provare assolutamente!
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