Un viaggio tra i vini dell’Irpinia, non solo Falanghina

Un viaggio tra i vini dell’Irpinia, non solo Falanghina

Si sa che l’Irpinia quando ti entra nel cuore non ne esce più e anche le generazioni che sembravano essersi allontanati tornano per mettere radici e piantare nuovi vigneti.

E’ la storia dell’Azienda Agricola Ponterotto e della famiglia Di Pietro, con i giovani fratelli Antonio, Gaetano e Maria Luisa che si sentono Irpini dentro. Da bambini si recavano da Avellino in quel di Mirabella a far visita ai nonni con mamma Antonietta e papà Pasquale.

Nonno Antonio e nonna Antonietta li accompagnavano a giocare sulle rive del fiume Calore e raccontavano di tradizioni ed usanze antiche. Questi luoghi e i racconti hanno acceso la passione per le uve autoctone e hanno fatto sbocciare nel cuore dei fratellini l’amore e la passione per l’Irpinia.

Nelle acque limpide del Calore ai ragazzini piaceva rinfrescarsi durante la calura estiva che nel sud Italia può essere forte. Il posto preferito era dove si erge maestoso l’antico ponte romano sull’Appia, oggi chiamato “Ponte Rotto”, un immenso patrimonio di archeologia e storia per Mirabella.

Il ponte attraversava il fiume Calore di questa ricca terra, e per secoli ha permesso l’attraversamento di eserciti e di mercanti che lungo l’Appia Antica raggiungevano la Puglia per imbarcarsi verso l’Oriente.

Sarà proprio il Ponte Rotto ad ispirare ai ragazzi e per questo è il nome dell’azienda.

Infatti, a distanza di trent’anni, i ragazzi nel frattempo diventati professionisti affermati, con l’orgoglio del bagaglio culturale ereditato dai nonni e custodito con affetto, decidono di valorizzare i terreni ereditati.

Ne acquisiscono altri e, in onore della memoria dei nonni, si dedicano nel tempo libero a difendere la viticoltura autoctona della zona, rilanciando i biotipi più antichi dai caratteri migliori. Piantano alcune varietà di vini come l’Aglianico, la Falanghina e il Greco, le cui origini risalgono alla colonizzazione greca ed alla civiltà romana.

Ed ecco che le colline della generosa Terra Irpina, interessata da forti escursioni termiche che creano una condizione ottimale e benefica per le viti, ricambiano tante premure donando le migliori uve dalle quali si ottengono i prestigiosi vini dell’Azienda Ponterotto.

Diversi vini per diversi territori, a Mirabella Eclano, il paese del Museo del Carro e dei Misteri di Cartapesta, nasce “Perzechè”, una Falanghina dalle note aromatiche tipiche del vitigno. Forse il vitigno più noto dell’Irpinia ma che compete in eccellenza con altri vitigni.

Infatti sulle colline di Santa Lucia, una frazione di Santa Paolina, nasce il Greco “Narciso”, un vino strutturato ed elegante, accompagnato da una buona acidità. Proprio come questo territorio dove la terra è generosa ma può essere aspra con chi la vive e ne sa qualcosa il paese di Santa Lucia distrutto da una frana e ricostruito più a monte.

Nella zona del borgo di Montemarano, invece, nasce “Helea”, un Aglianico dai caratteri organolettici di particolare pregio, raffinato al palato ottenuto da vigne centenarie coltivate con sistema a cordone speronato.

Falanghina, Greco di Tufo o Aglianico sono vini che meritano un viaggio alla scoperta dell’Irpinia perché gustandoli nelle cantine locali si possono apprezzare le sfumature dei colori del territorio e il calore delle persone che aggiungono una nota unica all’esperienza gustativa.


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