A partire dall'inizio dell'Ottocento ad Atina si iniziano a selezionare vitigni di cabernet per la produzione del vino Atina DOC, tutto ha inizio dal famoso agronomo Pasquale Visocchi che è stato anche sindaco di Atina.
Pasquale era sia un agronomo che un industriale con una cartiera ad Atina ed è il primo a riportare in auge l’antica pratica del sovescio, una tecnica agraria che consiste nell’interrare specifiche colture per aumentare la fertilità del terreno.
Pasquale Visocchi studiò per comprendere quali fossero le colture migliori per questo processo detto di ‘siderazione’ in cui piante di leguminose interrate aumentavano i livelli di azoto nel terreno. E così è anche spiegato l’arrivo e la diffusione del fagiolo cannellino di Atina DOP che oggi è un’altra delle delizie di questa zona.
Pasquale Visocchi andava spesso in Francia per le attrezzature della cartiera e dal 1860 importò sia uve rosse (cabernet franc, cabernet sauvignon, merlot) che uve bianche (pinot, semillon, russane) e le impiantò con successo in Val di Comino. Questi successi furono poi ripresi con successo anche nel Veneto ed in particolare nell’area di Conegliano.
Il Cabernet è un vitigno originario del Medoc e dell’area di Bordeaux e ha buone capacità di adattamento alle diverse condizioni climatiche. Il vino ha un colore intenso ed è ricco di sostanze aromatiche che lo fanno migliorare con l’invecchiamento, soprattutto se in botti di rovere.
Pasquale Visocchi era quindi uno studioso eclettico, amante della tecnologia delle cartiere e della chimica dei terreni, sperimentatore in agricoltura e studioso di epigrafi latine con il suo amico tedesco Mommsen che accompagnò in giro per la Val di Comino. La nascita dello stabilimento enologico ‘Fratelli Visocchi’ risale al 1868 e lavorava 4.600 quintali di uve.
In realtà la coltivazione dell’uva e la produzione di vino nella valle è iniziata molto prima e recentemente si sono riscoperti e riavviate produzioni di vino da vitigni Pamparano e Maturano.
Le prime testimonianze si hanno negli archivi benedettini dove sono conservati contratti agricoli medioevali riguardanti la coltivazione o la compravendita di vigneti. Ma i terreni sedimentari antichi con prevalenza di rocce calcaree della catena appenninica si sono rivelati perfetti per il Cabernet e gli altri vitigni francesi.
Oggi vengono prodotti due vini DOC: Atina Rosso DOC e Cabernet di Atina DOC. Sono in commercio anche: Atina Rosso Riserva, Cabernet Riserva e Semillon. Nel vino Cabernet Atina DOC deve essere presente almeno l’85 % di uve Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc mentre l’altro 15 % può essere di uve a bacca nera coltivati nel Lazio. Il vino Atina Doc deve invece contenere almeno il 50 % di uve Cabernet Sauvignon e il resto di Merlot, Syrah e Cabernet Franc e fino ad un 20% di altre uve a bacca nera coltivati nel Lazio.
I vitigni sono coltivati nei paesi di Atina, Gallinaro, Belmonte Castello, Picinisco, Sant’Elia Fiume Rapido, Alvito, Villa Latina, San Donato Val di Comino, Vicalvi, Casalattico, Casalvieri e Settefrati.
Chi lo assaggia non può fare a meno di aggiungere questo vino alla lista dei suoi preferiti!
Vino Atina DOC e Pasquale Visocchi, la caparbietà di un enologo
- Claudia Bettiol
- Categoria: Cibo & Vino
- LAZIO • FROSINONE • Atina
powered by social2s
Seguici sui social