Il Frascati è uno dei vini bianchi italiani più conosciuti all’estero, anche perché è stato uno dei primi vini ad essere esportato. Si distingue nelle varietà Frascati Superiore DOCG, Frascati Superiore Riserva DOCG Cannellino DOCG, Frascati Spumante Doc e Frascati DOC.
Il vino Frascati è un blend di Malvasia Bianca di Candia e/o Malvasia del Lazio (Malvasia puntinata) minimo 70%, di Bellone, Bombino bianco, Greco bianco, Trebbiano toscano, Trebbiano giallo da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 30%. Si possono aggiungere altre varietà di vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nella Regione Lazio fino ad un massimo del 15% di questo 30%.
Un vino che si accompagna perfettamente ad antipasti, minestre, primi piatti secondi piatti di pesce e carni bianche, formaggi di media stagionatura, oltre ad essere utilizzato come ottimo aperitivo.
La zona di produzione si estende sul versante nord dei Colli Albani, su terreni di ceneri e lapilli di origine vulcanica, e comprende per intero il territorio dei comuni di Frascati, Grottaferrata, Monteporzio Catone e in parte Monte Compatri.
I vigneti partono dalla zona pianeggiante e arrivano ad una quota di circa 500 metri slm con un clima temperato mediterraneo, anche per la vicinanza del mare, e una buona insolazione a settembre e ottobre. Dal disciplinare DOCG:
«…la combinazione tra le caratteristiche del terreno ed i fattori climatici, determina per i vini bianchi, la produzione di significative quantità di precursori aromatici che consentono di esaltare le caratteristiche organolettiche e i sentori tipici dei diversi vitigni.»
La presenza di vigneti in questa area risale al tempo dei romani e si ritrova in una porzione di affresco da Tusculum del V secolo a.C., che raffigura due caproni che si affrontano sotto un ricco tralcio di vite carico di grappoli, che oggi si trova nel Castello di Agliè in Piemonte.
Nel trattato “De agri Cultura” scritto da Marco Porcio Catone (che da il nome al borgo di Monteporzio) nel 160 aC. Lo scrittore e militare Marco Terenzio Varrone che aveva terreni al Tuscolo scriveva che nessuno poteva spedire il vino a Roma prima delle celebrazioni della Vinalia, due feste in onore di Giove (poi anche di Venere) che celebravano con feste il vino nuovo il 23 aprile e l’augurio della vendemmia il 19 agosto.
Dopo la caduta dell’impero romano, la prima menzione dei vigneti dell’area di Frascati si trova in una bolla di Papa Sergio I (687-701), il papa dalla Siria che evangelizzò il nord Europa. Anche il grande Marcantonio Colonna, vincitore della battaglia di Lepanto che ha avuto in feudo gran parte dei Castelli Romani, aveva regolamentato la coltivazione della vite negli Statuti dei suoi feudi.
Fra le menzioni a favore della qualità dei vini dell’area del Frascati possiamo riferire del discorso del bottigliere di papa Paolo III, un tale Sante Lacerio che li cita fra i migliori dell’epoca, e il cardinale Scipione Borghese che aveva scelto di avere una sua residenza proprio qui.
Quello che è certo è che l’economia di quest’area si è retta per secoli sulla produzione e sul commercio del vino e in una relazione del 1835 sullo stato dei comuni dello Stato Pontificio di Giuseppe Marocco, si legge:
per Monte Porzio Catone «Gli abitanti sono pieni di convenienza, si applicano ai lavori della campagna, e la maggiore utilità l'hanno sul commercio dèl vino»
per Grottaferrata «i vini sono eccellenti»
per Frascati «Il territorio è feracissimo… produce eccellenti vini».In ogni caso non c’è trattato di politica del territorio o guida turistica che non riporti l’area di Frascati e Monteporzio come caratterizzata da grandi vigneti e oliveti che producono vino di altissima qualità.
Passata la seconda guerra mondiale che qui ha portato bombardamenti e distruzioni, il 23 maggio 1949, 18 produttori fanno nascere il "Consorzio del Frascati" per tutelare e promuovere il vino Frascati.
Oggi questa area ha meritato di diventare vino Frascati DOCG.
Seguici sui social