
Siamo in Cina da più di una settimana ormai e non potrei essere più felice di come sta andando questo viaggio. Non solo perché questo paese è la mia passione, ma perché mi sta mettendo alla prova con sfide affatto semplici. Una su tutte? parlare cinese.
L’ho studiato all’università ma non lo pratico da tempo. Ogni tanto cerco di riprenderlo parlando su qualche app di scambio linguistico, ma non sono costante. Raramente mi metto a guardare serie tv in cinese, e quando lo faccio scelgo sempre qualcosa che in fondo non mi appassiona e smetto. Per fortuna, ho la mia playlist del cuore: grazie a un amico appassionato di musica indie cinese, scopro sempre nuove canzoni e mi diverto a leggerne i testi e a tradurli.
Il mio livello non è molto avanzato, ma riesco comunque a intrattenere brevi conversazioni, il che mi aiuta a cavarmela in un paese dove non spiccicano nemmeno una parola al di fuori della loro lingua. Lo trovo stimolante: cerco interagire con la gente del posto e in un modo o nell’altro riesco sempre a farmi capire. Rispetto a novembre, quando ero stata nello Yunnan (qui l’articolo), sento di essere molto migliorata e questo mi rende orgogliosa di me stessa.
Forse oggi mi sto mettendo più in gioco. Mi sento molto più tranquilla. Dopotutto, ho due mesi interi da trascorrere in Cina… se non ora, quando?
Come dico sempre, sono grata per questo viaggio che ogni giorno mi mette davanti a nuove sfide, a situazioni che solo qualche anno fa non avrei immaginato di affrontare nella mia vita a Colleferro, il piccolo paese di provincia da dove provengo.


Lì sembra che niente cambi mai. O almeno, le persone sembrano rimanere ancorate a quella realtà, non solo fisicamente ma anche mentalmente. Poco prima di partire, ho incontrato un conoscente che mi ha raccontato un episodio accaduto tra di noi quindici anni fa. Onestamente non me ne ricordavo minimamente.
In questi quindici anni mi sembra di aver vissuto almeno tre vite diverse, mentre per lui sembrava che fosse successo solo ieri. Come se tutto fosse rimasto uguale.
Ma la verità è che non è così.
Io sono cambiata tantissimo, e con questo viaggio sento di essere in continua evoluzione cercando di migliore. Invece lui è ancora lì a ricordare il passato. E non solo l’ha raccontato a me, ma qualche giorno fa ha ripetuto la stessa storia a mia sorella. Chissà quante altre volte la racconterà ancora.
Forse, andando oltre la nostra comfort zone, potremo collezionare nuovi ricordi, vivere altre mille avventure, superare i nostri limiti. Ma alcune persone scelgono di non farlo. Non le giudico: semplicemente questo mondo statico non mi appartiene più.
Eppure, nonostante tutto sento sempre una grande voglia di tornare nel mio paesino. Sono grata di essere nata lì e di averci vissuto per gran parte della mia vita. E grazie a questo viaggio, ho capito ancora meglio cosa mi appartiene e cosa no delle tante sfaccettature del vivere in una piccola realtà di provincia. E sicuramente ne farò tesoro.
Intanto, qui in Cina le giornate scorrono veloci, tra una visita ai panda giganti e a quelli rossi, e un salto nella futuristica Chongqing.
Stiamo ancora organizzando la seconda parte del nostro itinerario in Cina, ma sono sicura che sarà emozionante e avvincente, come tutte le scelte che ho fatto uscendo dalla mia comfort zone!

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