
Per giorni tutti noi che abitiamo nell’Alta Ciociaria siamo stati in fibrillazione, e anche un po’ arrabbiati perché non ci funzionava più internet. Tutto per l’arrivo del G7 dei ministri degli esteri che si è svolto il 24-25 novembre tra Anagni e Fiuggi.
Da mesi si sapeva di questo importante evento e le città si stavano preparando al meglio. La strada che dal casello autostradale di Anagni porta al centro del paese e la superstrada che porta a Fiuggi sono state risistemate ed è stata messa una nuova illuminazione molto moderna.
I centri storici, già bellissimi, sono stati resi splendenti in attesa di giornalisti e telecamere che puntualmente sono arrivati in Alta Ciociaria al seguito del blindatissimo gruppo di ministri.
Le televisioni di tutto il mondo hanno documentato il vertice, e hanno anche mostrato le bellezze del nostro territorio che si è ritrovato promosso sulla scena mondiale.
Non voglio discutere di politica ma solo dell’effetto che i grandi eventi hanno su territori considerati ‘minori’ solo perché il patrimonio italiano è così vasto che non si può elencare tutto senza annoiare chi lo legge.

Anni fa le città di provincia avevano cominciato a promuoversi con la cultura creando grandi eventi come festival e mostre di pittura. Sono stata la prima volta a Mantova per partecipare al Festival della Letteratura, che oggi può considerarsi come il migliore in Italia per le interazioni che si creano fra pubblico e scrittori.
Centri bellissimi come Treviso hanno visto arrivare pubblico da tutto il mondo per la sua grande mostra sugli impressionisti. Treviso è bellissima a prescindere dalla mostra, ma l’evento ha portato tantissime altre persone a considerarla una meta turistica interessante.
Un altro modo di promuovere i centri ‘minori’ è stato quello delle Capitali della Cultura europee: Matera è oggi una prestigiosa meta turistica dopo essere stata eletta capitale della cultura europea che aveva elaborato un piano strategico di rilancio, aveva finanziato interventi e fatto una grande comunicazione per diversi anni.
Alle capitali europee sono seguite quelle italiane e poi quelle regionali senza però grandi risultati. La potenza della strategia europea di pochi eventi di grande impatto, che richiede un lungo tempo e una strategia di investimento di capitali, è stata annacquata da un elenco sterminato di eventi di poco impatto emotivo e di poca comunicabilità a livello internazionale.
Anche grandi eventi sportivi sono sempre di più utilizzati per promuovere intere aree. Se il Tour de France è da sempre uno strumento di martketing territoriale, sempre di più anche il Giro d’Italia viene utilizzato per portare alla ribalta internazionale interi territori. Credo che il Veneto sia stata la regione che ha saputo approfittare meglio di questa opportunità.
Potremo parlare dei numerosi fallimenti dovuti ad una mancanza di strategia preliminare e ad una mancanza di comunicazione a supporto del grande evento (prima e dopo), ma ora godiamoci questi ‘momenti di gloria’.

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