
Il Belice in Sicilia è stato il centro di violentissimi terremoti tra il 14 e il 15 gennaio del 1968 quando interi paesi come Montevago furono completamente, tanto che Sergio Zavoli titolò la sua inchiesta giornalistica "il vicebrigadiere di Montevago".
I paesi della Valle del Belice sono stati ricostruiti distanti dai vecchi centri che però hanno preso una nuova vita grazie all’arte, basti pensare alla imponente Land Art di Gibellina.
Questa estate tra i resti dell’antico borgo di Montevago è stato riproposto il museo en plein air Percorsi Visivi grazie a 5 opere del maestro Gianbecchina (nome d’arte di Giovanni Becchina 1909-2001) di Sambuca di Sicilia. Le opere sono una grande installazione artistica che prosegue il percorso avviato da artisti di caratura internazionale come il maestro Bruno D'Arcevia (fondatore della Nuova Maniera Italiana) e Bruto Pomodoro (figlio del noto artista Giò Pomodoro).
Le 5 gigantografie raccontano la bellezza dei volti degli uomini e delle donne siciliane e narrano la civiltà̀ contadina che ha fondato la sua esistenza nel duro lavoro della terra. Questi volti appartengono alla terra del Belìce, a quel popolo che ha attraversato immensi dolori e che nell'arte ha trovato lo strumento per rinascere a nuova vita.
È un percorso di realismo lirico che contamina il passato per trasformarlo in presene e in semi del futuro.
Il maestro Gianbecchina è famoso per il suo personale tratto linguistico fatto di volti duramente segnati dalla fatica e di gesti pieni di amore e aveva aderito al movimento artistico milanese CORRENTE degli anni '40. Un movimento di critici e pittori che rifiutarono il formalismo e la retorica del Novecento.
L’installazione sarà visibile nel vecchio centro di Montevago dal 23 luglio 2024 ed ha avuto i patrocini dell'Accademia di Sicilia e dell’ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo. È curata dall’associazione culturale Regia Mania di Montevago.


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