San Bonaventura da Bagnoregio è il filosofo dell'amore.
“Uomo buono, affabile, pio e misericordioso, colmo di virtù, amato da Dio e dagli uomini... Dio infatti gli aveva donato una tale grazia, che tutti coloro che lo vedevano erano pervasi da un amore che il cuore non poteva celare”
Il fine della vita dell'uomo è l'amore di Dio. San Bonaventura da Bagnoregio è il filosofo dell'amore non solo perché egli vede nell'anima umana una tendenza infinita che la spinge verso l'amore di Dio, ma anche per quel rispetto con cui si volge al creato, inteso come espressione di Dio.
E questa è la fedeltà ultima e più profonda allo spirito del misticismo francescano. Egli stesso narra che da bambino si ammalò di un morbo che lo stava conducendo alla morte, ma poi fu risanato da San Francesco in persona il quale, facendo su di lui un segno di Croce, pronunciò queste parole: «Bona ventura» che vuol dire ‘Buona Fortuna’. Fu guarito e da allora fu chiamato Bonaventura.
Si chiamava, in realtà, Giovanni Fidanza. San Bonaventura nacque a Bagnoregio, vicino Viterbo, in una data incerta che molti collocano nel 1218 e che, comunque, è compresa tra il 1217 e il 1221. Portava lo stesso nome di suo padre, che era un medico.
Studiò a Parigi e, durante il suo soggiorno in Francia, entrò nell'Ordine dei Frati Minori. Insegnò teologia all'Università di Parigi e formò intorno a sé una reputatissima scuola.
Nel febbraio del 1257 fu eletto Ministro generale dell'Ordine, carica che conservò fino al 1274, anno della sua morte, dando saggio mirabile di sapienza, prudenza, spiccato equilibrio, in un momento difficile di assestamento dell'Ordine.
A questo periodo risalgono alcune fra le opere più famose del maestro francescano: le Quaestiones disputatae de scientia Christi, le Quaestiones disputatae de mysterio Trinitatis, il Breviloquium, il De reductione artium ad theologiam, oltre a numerosi commenti biblici.
Viaggiò molto per le necessità dell'Ordine e incarichi Pontifici. Nel 1273 Bonaventura fu eletto cardinale e vescovo di Albano Laziale. Dal novembre 1273 attese alla presidenza dei lavori preparatori e poi alla celebrazione del Concilio Ecumenico di Lione (7 maggio - 17 luglio 1274). Morì il 15 luglio, due giorni prima della fine del Concilio.
Fu canonizzato da Sisto IV nel 1482. Papa Sisto V, il 14 marzo 1588, lo annoverò «inter praecipuos et primarios» dottori della Chiesa latina. San Bonaventura fu definito dottore serafico. Scrisse numerose opere di carattere teologico e mistico e importante fu la «Legenda maior», biografia ufficiale di San Francesco, a cui si ispirò Giotto per il ciclo delle Storie di San Francesco.
La filosofia di San Bonaventura risente di una molteplicità di tradizioni, che ricomprendono sia il pensiero di Aristotele sia quello di Sant'Agostino. In questo cammino - “Itinerarium mentis in Deum”, le cose si presentano come segni dell'amore di Dio e il compito dell'uomo sta nel riuscire ad interpretarli.
Tutto, dal pensiero alla natura (gradini per giungere fino a Dio), trova origine e significato solo all'interno di Dio. E questa è la fedeltà ultima e più profonda allo spirito del misticismo francescano.
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