Cosa fare un giorno a Civitavecchia quando si arriva con una nave da crociera

Sei un passeggero di una nave da crociera? Sei arrivato a Civitavecchia e non vuoi andare a Roma e scoprire il posto dove ti trovi?

Perfetto. Hai tante cose da scoprire.

La prima cosa è quella di osservare dal ponte della nave il porto. Ti senti un po’ un imperatore? Pensa che questo porto era stata realizzato dall’imperatore Traiano ed è stato funzionante fino alla seconda guerra mondiale quando ha subito i bombardamenti alleati.

Per quasi 1800 anni ha funzionato ed è stato uno dei porti principali del Mediterraneo, prima per i Romani e poi per i Papi e ora ti aiuto a riconoscere come era fatto.

La sua storia nasce nel 106 quando Roma aveva il problema che il porto fluviale sul Tevere si insabbiava e aveva bisogno di un porto moderno. A nord la costa è sabbiosa fino a Civitavecchia, che allora si chiamava Centumcellae (cento insenature) per la costa rocciosa che offriva riparo alle navi. L’imperatore Traiano era un conquistatore, e potete vedere parte delle sue gesta raccontate nella famosa Colonna Traiana a Roma, e incaricò il migliore architetto dell’epoca: Apollodoro da Damasco.

Ora dovete concentrarvi e guardare davanti a voi: il porto romano aveva una forma ad anfiteatro con due bracci curvi che si protendevano verso il mare. Nel mare poi c’era un molo di protezione che era una linea retta parallela alla costa. Una sorta di isola artificiale che era stata realizzata con le rocce stesse di scavo del porto.

E se pensate che Dubai e la sua palma sono moderne ora potete ricredervi e pensare che non ci sono stati ingegneri migliori al mondo dei romani. Tutte le meraviglie delle costruzioni sono già state sperimentate nella Roma Imperiale dove gli imperatori avevano chiesto alle migliori menti di osare ma di rispettare la natura.

Ora probabilmente la vostra nave si trova ancorata proprio dove un tempo si trovava questa isola, voi dovreste vedere la città moderna proprio di fronte a voi.

Se ora guardate alla vostra destra non riconoscerete nulla perché il molo si è unito ad uno dei bracci e non c’è separazione. Ma se guardate alla vostra sinistra potrete riconoscere la forma dell’antico braccio e quindi del porto romano.

Questo molo termina con un forte che poi nel rinascimento era stato utilizzato dai papi per metterci i malati di peste e oggi si chiama ancora Lazzaretto. Ma fate attenzione alla struttura del molo perché è uno dei capolavori di ingegneria dei romani (che forse avevano ereditato dagli etruschi che abitavano questa terra prima di loro.

Se non riuscite a vedere bene la base del molo prendete lo zoom di un telefonino e osservate tutti gli archi che si trovano sotto il piano di calpestio del molo. E’ come se fosse ‘bucato’: sembra quasi un antico acquedotto interrato.

Eppure questa tecnica è voluta per mantenere il collegamento fra l’acqua del porto e l’acqua del mare e questo evitava l’interramento del porto. Manteneva pulito il fondale ed evitava il bisogno di continua manutenzione.

Ma ora torniamo a guardare la città perché noterete che è separata da un muro dal porto: il porto era un’area militare e commerciale e tutto doveva essere controllato. Ancora oggi si parla di dazi e di tasse e l’arrivo di una nave comportava diverse attività.

Intanto si controllava lo stato di salute dell’equipaggio e poi le merci dovevano essere subito fatte sbarcare e messe nei magazzini. I magazzini si trovavano dove oggi potete vedere la rocca, un edificio medioevale costruito per difendersi dagli attacchi dei saraceni.

Ma nel porto si trovavano anche le caserme che si trovavano pressappoco dove oggi potete ammirare un imponente forte rinascimentale chiamato Forte Michelangelo, perché ci ha lavorato anche il grande Michelangelo che ha preso parte alla costruzione del maschio (la torre). Il Forte rinascimentale è molto più massiccio di quello antico romano perché nel frattempo erano arrivati i cannoni e le città venivano bombardate dalle navi. Qui vi ha soggiornato anche Leonardo da Vinci che per studiare tutta la grandezza dell’ingegneria romana.

Un’ultima nota: una parte del porto è rimasta intatta, ed è la darsena romana che ancora oggi viene usata da piccole imbarcazioni. Paradossalmente è quella che ha bisogno di minori manutenzioni. Ogni tanto pulendo il suo fondo escono fuori oggetti romani e qualche colonna del tempio del Dio Nettuno che era stato realizzato a protezione del porto e dei naviganti.

Oggi la patrona dei naviganti è Sta Fermina, una martire cristiana sfuggita alle persecuzioni di Diocleziano, e la sua prima cappella si trova all’interno del Forte Michelangelo, nelle fondazioni romane.

Se ora vi siete rilassati con un po’ di storia dall’alto, forse è ora di scendere per vedere da vicino la grandezza dei romani e per andare a gustare un po’ di cibo locale.

Vi diamo qualche consiglio perché in questa area dell’antica Etruria si possono assaggiare dei piatti squisiti realizzati con prodotti locali.

La prima cosa chiedete pasta locale, nella vicina zona di Tolfa e Tarquinia si sono tornati a coltivare grani antichi e si produce una pasta particolare dal sapore unico che può essere condita anche con i pomodori penduli di Civitavecchia che vengono conservati per mesi stesi su fili e che racchiudono il sapore del mare e della terra.

Potete scegliere pesce (chiedete sempre la ‘paranza’ che è l’insieme del pescato locale) oppure della carne di manzo ‘Chianina’ proveniente da allevamenti allo stato semibrado della Maremma Toscana o Laziale.

Per il vino non abbiamo dubbi: questo è la zona del Tarquinia DOC, ma vi consigliamo anche un Cacchione a piede franco di Nettuno, uno dei pochi vitigni autoctoni che arriva direttamente dai romani.

Con la storia del porto e queste delizie enogastronomiche siete potuti entrare nello spirito del posto comodamente e con una esperienza unica. Trovate il romano che è in voi!


Scritto da
DiscoverPlaces

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