Chi non vorrebbe avere un legame con il grande Federico II di Svevia, l’uomo che ha cambiato il corso della storia in Italia? Piglio ha il suo legame attraverso il nipote Corrado di Antiochia, figlio di Federico di Antiochia a sua volta figlio di Federico
II, che ha governato il paese ai primi anni del 1300.
Sono i terribili anni della lotta fra papato e impero, tra guelfi e ghibellini e Federico II sta ovviamente dalla parte del potere terreno dell’imperatore. Lui viene dalla Svevia, l’area che oggi comprende parte dell’attuale Baviera, della Svizzera Tedesca e dell’Austria, e gli Svevi avevano già avuto Federico Barbarossa, il grande imperatore del Sacro Romano Impero.
Lo stato sarà smembrato alla morte di Corradino di Svevia, figlio di Federico II mentre molti dei suoi discendenti andranno a governare stati e principati in varie parti d’Europa.
Ma chi è Corrado di Antiochia (1242 - 1320)?
Un bel mix di sangue per questo condottiero e gentiluomo con sua madre che era una nipote di papa Innocenzo III, il papa che era originario proprio di queste parti fra Anagni e Gavignano.
Corrado è sfuggito per 4 volte alla prigionia ed è stato scomunicato ben 3 volte ma è morto di vecchiaia e ha fondato una propria dinastia nella vicina Valle dell’Aniene dove un paese ancora lo ricorda con il suo nome di Anticoli Corrado. Alla fine si è anche riconciliato con la chiesa di Roma pur rimanendo sempre coerente con le sue idee sulla divisione dei poteri.
Il suo legame con Piglio e il territorio a cavallo fra gli Ernici e la Valle dell’Aniene inizia alla morte del padre nel 1256 quando prende queste terre come conte feudatario oltre a possedimenti in Abruzzo e Calabria.
Si sposa e ha 8 figli di cui 2 diventano arcivescovi di Palermo e due vanno in sposa a membri della importante famiglia della Scala di Verona.
Con l’incarico di suo zio Manfredi, il re di Sicilia, Corrado si imbarca in una serie di guerre nelle Marche che lo portano ad essere catturato durante la battaglia di Treia. Corrado riesce a sfuggire grazie ad un sotterfugio e ricomincia subito le sue battaglie nonostante una prima scomunica di papa Urbano IV.
Quando a Napoli arrivano i d’Angiò, Corrado cerca di stabilire un buon rapporto con loro ma viene osteggiato e per questo trova un particolare amico in papa Clemente IV che lo vuole come mediatore proprio con i regnanti napoletani. Carlo d’Angiò comunque non sopportava proprio Corrado e lo fece rinchiudere nelle prigioni da cui riuscì ad evadere con abilità.
Nuova scomunica per l’appoggio allo zio Corradino di Svevia e nuova prigionia a Palestrina dopo la tragica battaglia di Tagliacozzo. Ancora una volta Corrado deve la sua liberazione al papa che lo vuole come merce di scambio per far liberare i suoi fratelli.
Nel 1272, il nuovo papa Gregorio X lo libera con il giuramento di fedeltà e gli restituisce il feudo di Anticoli. Nello stesso anno, però, moriva l’ultimo figlio di Federico II e Corrado si ritrova la contea del Molise e si reca ad Isernia per continuare la lotta di potere fra papato e impero.
Era inevitabile una nuova scomunica nel 1282 da parte di papa Martino IV e in quel periodo Corrado riuscì nella particolare situazione di essere persona sgradita sia al papa che a Carlo d’Angiò di Napoli, a cui nel frattempo continuava a sottrarre territori in Abruzzo.
Il suo covo è sempre stato vicino all’attuale Anticoli Corrado e Piglio e nella sua rocca di Anticoli si ritirerà dopo l’ultima sconfitta con le truppe papali.
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