Perché migliaia di persone si incamminano ogni giorno lungo sentieri medioevali arrivare alla loro meta finale, per compiere un pellegrinaggio che non è solo religioso?
Chi viaggia camminando compie due viaggi: uno nel mondo reale e uno dentro se stesso. Ma vediamo dove inizia questa storia che porta a Roma, Santiago de Compostela e Gerusalemme e che ha un suo momento speciale ad Ottobre con il programma “Tutti i Cammini portano a Roma”.
Il Cristianesimo si afferma dopo la caduta dell’impero romano. Le grandi vie consolari erano percorse dai barbari, in declino per mancanza di manutenzione ed erano diventate pericolose. Le persone correvano il rischio di essere aggredite e depredate e fitti boschi tornavano ad occupare le terre un tempo coltivate dai romani.
La popolazione abbandona i fondovalle e cerca riparo nelle alture, spesso attorno a Pievi di campagna o ad abbazie. I monaci guidano alla rinascita: avviano un nuova attività di gestione delle campagne e di protezione delle popolazioni attorno alle chiese. Attorno alle chiese nascono i ‘castrum’, ossia piccoli castelli fortificati che dopo il mille diventeranno sempre più imponenti, collegati a qualche grande monastero.
Questi castelli rappresentano l’inizio del sistema di comuni italiani e sono collegati fra loro attraverso sentieri lungo i quali passavano uomini, merci e idee. Il Cristianesimo si diffonde lungo questi cammini e, come tutte le religioni, porta la necessità di compiere viaggi spirituali attorno a dei luoghi simboli come le tombe dei santi: San Giacomo, San Pietro e il Santo Sepolcro che corrispondono a Santiago de Compostela, Roma e Gerusalemme.
Una fitta rete di strade medioevali porta in queste tre mete e le due grandi direttrici Nord-Sud ed Est-Ovest, sono le principali vie per secoli e sono percorse da milioni di pellegrini, di commercianti, di papi e di imperatori. Lungo queste strade nascono luoghi di ristoro, ospedali, locande e piano piano si forma l’Europa.
E come queste strade si erano formate per scappare alla paura delle invasioni e alle devastazioni, con la pace del Rinascimento i castelli si trasformano in palazzi signorili, si ripopolano le valli e inizia una nuova pagina per la storia.
Roma è un punto nevralgico, non è solo la tomba di San Pietro ma è il centro attivo e pulsante del Cristianesimo. Attorno alla città il reticolo di strade è più fitto e ogni strada ha una sua particolare emozione.
Il cammino di San Francesco e quello di San Benedetto sono sentieri medioevali che ripercorrono la vita dei due grandi santi che hanno lasciato profonde tracce dentro e fuori l’animo umano.
La lunga via Francigena parte da Canterbury e arriva a Roma e un’altra via parallela collega i paesi baltici, la Germania e l’Austria con Roma. A sud di Roma, la Via Francigena Sud è una fitta rete di sentieri medioevali e di strade consolari connette Roma con Brindisi e con la Sicilia, i porti da cui poi ci si imbarcava per il Santo Sepolcro.
Tornare a percorrere un cammino significa tornare improvvisamente a riscoprire le proprie radici e, in fondo, la nostra identità. Camminare in silenzio lungo sentieri che attraversano piccoli borghi significa fare due viaggi: uno fisico in territori ancora non contaminati e uno interiore alla scoperta di se stessi. La velocità di una visita è inversamente proporzionale alla meditazione e assimilazione culturale.
Il sito www.camminidiroma.it ha mappato questi sentieri medioevali della storia e della spiritualità attorno a Roma e propone una settimana di cammini che termina con un incontro fra i pellegrini e il Papa, riprendendo lo spirito più autentico del viaggio interiore alla scoperta di se stessi.
Anche Sant’Agostino scriveva: “Eppure gli uomini vanno ad ammirare le vette dei monti, le onde enormi del mare, le correnti amplissime dei fiumi, la circonferenza dell’oceano, le orbite degli astri, mentre trascurano se stessi”.
“Caminante no hay camino, se hace camino ad andar” (Antonio Machado)
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