Sono tranquillamente seduto nel giardino alla ricerca di felicità dopo aver fatto esercizio nel tardo pomeriggio con i tre cani che, in qualche modo, si sono affezionati alla mio irrilevanza.
Ho messo una sedia sul sentiero di pietra che porta dalla casa al canile, bevendo da un bottiglione da 5 litro di buon bianco ciociaro dal frigorifero, e mi siedo sorseggiando il nettare e sognando di alcuni grandi ‘bianchi’ del passato. Uno dei cani sceglie di sedersi con me e di condividere i sentimenti, ma non il vino.
Alzo gli occhi al cielo e vedo una scia di vapore d'oro e d'arancia in streaming attraverso il cielo a metà sulla mia destra. L'aereo passa sopra una fiammante luna nuova che è appena arrivata in una valle tra due banchi di nubi grigie. Questa 'valle' disegnata da montagne e da tutta la gamma di nuvole sparsi nel cielo. Due pipistrelli, che svolazzano nella scena disegnando picchiate e vortici in un apparente volo caotico, mi riportano al presente e al locale.
Permetto al mio sguardo di allungarsi e vedo in basso in lontananza il cementificio di Colleferro (maledicendo questa vista) e dietro le luci provenienti dalla collina di Segni. Più vicino c’è il bosco di La Selva, il sogno di un principe che la realtà ha quasi distrutto. Proprio sotto di noi e in tutta la valle ci sono gli altri giardini, mini oliveti e 'orti' di sud Paliano. Tutto di un verde intenso con la tonalità scura che si deposita una all'imbrunire.
Ricordo la domanda che mi perseguita. Che cosa ti dà la felicità?
E mi viene dal profondo un brano ricco e gioioso, "The Blind Ploughman" (Aratore Cieco) cantata da Feodor Chaliapin, una canzone che non lascia mai il mio essere anche se per alcuni periodi si nasconde nel profondo della mia anima. Una canzone che finisce con:
"Dio che ha fatto il sole per brillare su entrambi, voi ed io,
Dio che mi ha tolto gli occhi in modo che possa vedere"
Cercatela e avrete lacrime di gioia. Per me la gioia della vista è quello che mi dà la felicità. E' senza parole ed è meravigliosa.
Seguici sui social