Real fake Watches, Italian sounding e altre storie
Real fake Watches, Italian sounding e altre storie

Real fake Watches, Italian sounding e altre storie

Reale o falso

Anni fa in Turchia, di fronte al bellisimo teatro romano Aspendo, vicino Antalya, c’era un negozio di souvenir dal nome inaspettato: “real fake watches”.

Non si potevano avere dubbi su cosa si vendesse in questo negozio (tra l’altro abbastanza grande) ed era solo il turista che doveva decidere se entrare o meno lasciando i suoi soldi all’onesto venditore turco.

Si possono avere diverse opinioni in merito alla situazione, ma non riguardo la verità che era immediatamente mostrata sin dalla sua insegna. Si poteva decidere di comprare un bell’orologio (sapendo che era un falso) mettendolo poi al polso sperando di far colpo sugli altri, o si poteva ridere e rimanere fuori dal negozio sapendo che non avremo mai comprato alcuni veri orologi di marca lontani dalle disponibilità delle nostre tasche.

E questa è la più bella truffa che si possa immaginare. Alla luce del sole. Bella quasi quanto Totò che cerca di vendere la Fontana di Trevi ad un pittoresco americano!

C’è da dire che alcune volte i grandi marchi di moda accettano le contraffazioni perché sanno che queste li rendono ancora più famosi e spostano la competizione sull’esclusività dei servizi offerti nei negozi e nei club dei VIC – Very Important Clients.

Poi c’è la truffa quella subdola. Quella dell’Italian sounding, di quei prodotti che sono confezionati in modo da apparire italiani ma che non lo sono affatto. Come i colori della bandiera italiana su scatole di pelati rumeni, il nome Parmesan al posto di Parmigiano o il nome di qualche santo italiano come marca di confezioni alimentari.

Reale o falso

Questa è una vera truffa e il mercato dell’italian sounding vale quasi quanto quello dei veri prodotti italiani, secondo Coldiretti, e questo danneggia sia le grandi imprese che le piccole, anche se in modo diverso.

Le grandi sono ovviamente costrette ad abbassare i prezzi e a far i conti con prodotti di scarsa qualità, ma che abituano il consumatore a sapori diversi dall’originale.

Recentemente abbiamo portato ospiti americani ad un caseificio di mozzarelle di bufala ad Anagni e abbiamo fatto assaggiare loro le mozzarelle di bufala appena fatte. Non avevano assolutamente idea del loro vero sapore.

Se le grandi imprese possono ricorrere a sistemi di protezione digitale con blockchain, Qr code e altro, grandi e piccole imprese potrebbero trarre un vantaggio seguendo l’esempio dei grandi stilisti, dando maggiore valore e facendo prevalere l’esperienza dell’acquisto.

Questo significa ribaltare il ruolo del consumatore che da soggetto passivo diventa un protagonista dell’esperienza dell’acquisto inserendo nel suo viaggio visite a piccoli produttori. Significa che ogni esperienza di viaggio è sempre più connessa ad una esperienza unica di gusto e che i produttori possono spingersi ancora oltre per legare i loro clienti-turisti.

Gli effetti del turismo vanno decisamente oltre il viaggio!

 

reale o falso

Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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