Gradara, dalle colline marchigiane fino al tuffo nell’orizzonte del mare

Gradara, dalle colline marchigiane fino al tuffo nell’orizzonte del mare

Gradara è un sonetto scritto in una lingua armoniosa e fluente
Sta lì, poggiata sul suo bozzolo. 
Assopita regina, sospesa tra terra e mare. 
Da una parte ammira le colline marchigiane sgargianti di girasoli, dall'altra il suo sguardo si tuffa nell'orizzonte dell'Adriatico. Declama la sua unicità con parole sontuose. 
[caption id="attachment_117322" align="center-block" width="750"] La storia di Paolo e Francesca, che nel suo castello si amarono di un amore struggente e disperato, ammaliò Dante, che nella Divina Commedia la narrò con l'assordante fragore del suo genio. [/caption]
Gradara è una visione cinta tra due giri di mura merlate, che la proteggono come farebbe un'ostrica con la sua perla. 
E come fecero per secoli i Malatesta, gli Sforza, i Della Rovere. Tutti quelli che combatterono per difenderla. 
Quando si entra dalle sue pesanti porte di legno il mondo resta fuori, con le sue miserie e le sue bugie. 
Qui tutto è incanto, splendore, meraviglia. Le sue stradine, strizzate tra i bassi caseggiati medievali, brulicano di locande, osterie, botteghe. 
Palpitano di una vita che ha in sé i prodromi dell'eterno, le stimmate dell'assoluto. 
Sono il Big Bang della pura bellezza, della capacità dell'uomo di rivaleggiare con gli dèi quando a guidarlo sono ideali alti e nobili. 
La ragnatela di strade e vicoli si inerpica poi verso il castello e la rocca; una visione a sé. Una straripante, fiabesca esaltazione dell'immane talento italico per l'armonia delle forme e dei concetti. 
[caption id="attachment_117325" align="center-block" width="750"] Il castello sembra nascere naturalmente dalla terra che lo circonda, per quanto ne asseconda le geometrie con una naturalezza quasi incomprensibile. Il mastio si arrampica solido, svettando tra le torri e i bastioni che gli fanno da corona. [/caption]
Lassù, solitario, si inebria col profumo della salsedine e degli ulivi
Poi, quando scende la notte, chiude le sue finestre come fossero grandi occhi di pietra. Per riaprirli all'alba davanti a uno spettacolo sempre unico e sempre diverso. 
Uno spettacolo che si chiama Italia. 


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