I Favolosi anni ’50 a Zafferana Etnea per piccoli musicisti

I Favolosi anni ’50 a Zafferana Etnea per piccoli musicisti

Erano i favolosi anni ’50.
Avevo circa 4 anni e la musica era la mia grande passione. La batteria, trovava molto spazio tra i giochi e gli studi, sì certo, perché a 2 anni già suonavo!!
La Sicilia raccontava di un dopoguerra che aveva già espresso la sua forza nell’autonomia e il ricordo di una terra di vinti, miseria e violenza. La democrazia camminava verso il progresso: così come ci raccontavano Levi e Sciascia.

La nostra famiglia si era spostata per un periodo nella provincia catanese per il lavoro di mio padre, cassiere presso il Banco di Sicilia. In quel periodo lavorava a Zafferana Etnea, la patria del miele dell’Etna, della pizza Siciliana, delle foglie da thè e di tante altre squisitezze.
Zafferana è un paesino in collina alle falde dell’Etna ed è considerata la “Perla dell’Etna”, una cittadina dal nome arabo. Prende il suo nome dal variopinto pistillo che, in un terreno così fertile come quello vulcanico, a tutt’oggi regala un’emozione allo sguardo durante la sua fioritura. Nonché un grande profumo alla barocca cucina siciliana.
Era estate, ricordo luglio, la stessa estate che nel pomeriggio ancor oggi vede affluire le persone dalle stradine sulla piazza Umberto I, dopo che la calura ha rinchiuso tutti i sui abitanti in casa. Tutti al belvedere ad ammirare l’orizzonte, lì dove il mare abbraccia il cielo.
Allora, come oggi, la gente si sedeva al bar a godersi il fresco e rinfrescandosi con la “cremolata”, che oggi chiameremo gelato. Allora veniva servito in una coppa di metallo e aveva la consistenza più morbida del “pezzo duro”, il gelato artigianale siciliano a due gusti di origine araba. Ma più densa della granita.
Le persone occupavano il bar fino a tarda sera, così il proprietario del Bar Salemi, che aveva conosciuto mio padre in banca, gli chiese di far esibire me e mio fratello Juzzo durante i fine settimana, rispettivamente alla batteria e alla fisarmonica.

Io avevo 4 anni e Juzzo 12!
E, incredibile ma vero, avevamo anche chi veniva a prendere i nostri strumenti e li montava…. Suonavamo le canzoni di Sanremo degli anni ’50, i cosiddetti “cubani”, che di musica cubana non avevano proprio nulla perché era musica afroamericana, lo swing.
Swing … nostra grande passione e la musica che trasmetteva la radio!
Non ci posso ancora credere dopo 70 anni … ci pagavano 500 lire a testa a sera ed in più bevanda analcolica e la mitica pizzetta!!!!
Fummo un’attrazione!
La gente ballava in piazza fino alla fine al ritmo trascinante di due ragazzini che realizzavano un sogno, come pochi!
Da lì più avanti sarebbe nato il “Trio Primavera”, “Cesare Bruno ed il suo quartetto”. Erano tempi pionieristici e il successo arrivò a livello provinciale e regionale partecipando a trasmissioni radiofoniche per ragazzi e programmi televisivi.
Fino ad incidere un disco!!!!
Non dimentichiamo che siamo sempre negli anni’50!
La musica ci portò fino al 1961, quando nascono i “Kamels” con Pippo Ciavola al pianoforte, Salvino Comes al basso, Juzzo al vibrafono e fisarmonica ed io, detto Kim, alla batteria!
L’ottimo consenso di pubblico e di critica ci fece arrivare alla fine degli anni ’60 con l’ultima band “I Cuccioli”!


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