Inattesi intrecci bibliotecari e rimembranze Verghiane a Scordia

Inattesi intrecci bibliotecari e rimembranze Verghiane a Scordia

Scordia ti investe con un caldo afoso e intenso: è un paese della piana di Catania in cui sono stata la prima volta per ragioni di lavoro.

È stato come precipitare nei racconti verghiani: il paesaggio è arso, assolato, dipinto di giallo come i girasoli di Van Gogh che mi fanno ripensare a “Vita dei campi”.
La piazza San Rocco con la sua pietra calcarea fa da cornice all'omonima chiesa Madre che si presenta in stile barocco siciliano.
Nel 1628 contemporaneamente al suo palazzo, il principe Antonio Branciforte fece costruire la chiesa dedicata a San Rocco, patrono del paese. Al tramonto i contorni della chiesa, la piazza e la statua del Santo posta al centro, assumono una luce rosata.
Aggirandomi per Scordia, mi colpisce la bellezza austera di piazza San Francesco, con il suo convento dei frati riformati e l'annessa chiesa di Sant’Antonio.
Poi il panorama del Vallone Cava, color ocra con dei cespugli verdi di macchia mediterranea in mezzo al letto del torrente dove un tempo le donne andavano a lavare i panni.
Si respira un'atmosfera verghiana tra le viuzze e i palazzi ottocenteschi come i palazzi Paolì, De Cristofaro e la magnifica residenza principesca del palazzo Branciforti ormai vetusta.
[caption id="attachment_117754" align="pull-left" width="225"] Foto di Giovanni Verga (1)[/caption]
Lungo la prosecuzione di via Guglielmino, si affacciano antiche costruzioni, le cosiddette Case Cancellieri, che facevano parte della dimora dei signori del Casale di Scordia Suttana prima che questo divenisse principato.
Con Antonio Branciforte è avvenuta la "rifondazione" grazie alla “licentia populandi” concessa dal viceré spagnolo, nel 1628, e nasce ufficialmente il paese di Scordia.
Queste casette piccole che si sporgono sul vallone mi ricordano la Canziria e mi sembra improvvisamente di poter scorgere uno dei personaggi di Giovanni Verga.
Si possono ammirare due foto scattate dal ‘vate’ dal treno in movimento nell'atto di attraversare Scordia, in direzione di Vizzini, che ritraggono due località sopraelevate della città degli agrumi.
[caption id="attachment_117757" align="pull-left" width="225"] Foto di Giovanni Verga (2)[/caption]
Il libro è conservato nella locale Biblioteca comunale intitolata al pittore Giuseppe Barchitta, e ospitata nel bellissimo palazzo tardo-settecentesco Vecchio-Maiorana.
A Scordia ritrovo le mie origini, in una delle vie, scopro il palazzo Alonzo appartenuto al mio bisnonno Gesualdo, un notabile del paese, più volte sindaco del paese.
E nella mia mente riecheggiano i racconti talvolta insoliti sui miei importanti zii.
Infine, scopro una chiesetta in pietra calcarea, Santa Maria Maggiore in piazza Regina Margherita, costruita sulla vecchia chiesa quando Scordia era solo un casale, si hanno le prime notizie della sua esistenza nel 1308.
Distrutta dal terremoto del 1693 fu ricostruita per l'iniziativa dell'inquisitore del Regno di Sicilia don Matteo Imperia, mio avo!

Il mio ritorno a Scordia per motivi professionali, ha segnato felicemente la mia vita, perché proprio in Biblioteca, al palazzo Vecchio-Maiorana ho sposato il mio affascinante bibliotecario.

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