Ogni anno, nel primo pomeriggio della vigilia dell’Ascensione, i sonninesi lasciano il paese e si dirigono verso i confini del proprio territorio affrontando un lungo cammino che si conclude alle prime luci dell'alba del giorno seguente, dopo aver segnato di notte, al lume di torcia, l’intero perimetro comunale.
Sono guidati da quattro caporali, mentre molti uomini, armati di fucili caricati a salve, accompagnano con il fragore delle loro armi tutto il rito. Il culmine della manifestazione è una suggestiva fiaccolata notturna sui Monti Ausoni.
La preparazione alla celebrazione avviene molto prima, con la realizzazione a mano, una per una, delle torce in cera “zaura” (vergine) e con la sistemazione dei sentieri montani. Tutte le fasi di lavorazione sono raccontate in modo preciso ed emozionante al Museo Terre di Confine di Sonnino.
Tutto ha inizio il sabato pomeriggio, con la benedizione delle torce, celebrata dal sacerdote durante i vespri, nel Santuario della Madonna delle Grazie. La processione, che parte da Piazza San Pietro, procede compatta fino alla contrada “La Cona” dove i viandanti si dividono in due gruppi.
I torciaroli della “via di sopra” percorrono i confini del territorio comunale con Monte San Biagio, Amaseno, fino a Roccasecca, dove aspettano che il sole tramonti completamente.
L'obiettivo è di "spuntare" con le torce accese di fronte a Sonnino, facendosi ben vedere da quanti si sono raccolti sulla piazza principale del paese dove, tra la commozione generale, le campane squillano festose per salutare i torciaroli sulla montagna antistante: da lì tutti possono osservare la lunga striscia di fuoco che avanza lungo il costone de “Le Serre” ed assistere all'impervia discesa verso Priverno.
I torciaroli che percorrono la “via di sotto” seguono, invece, i confini con Monte San Biagio, fino a Monte Romano; ad osservare la discesa verso il Frasso ci sono gli abitanti della pianura al confine con Terracina.
Da tempi più recenti, questi momenti sono accompagnati da grandi spettacoli pirotecnici.
Il ricongiungimento dei due tronconi avviene a S.Maria-La Sassa, sancendo in tal modo la chiusura del “cerchio” perimetrale che racchiude il territorio del Comune Ausono.
La processione si muove poi per rientrare a Sonnino in modo fragoroso, scandita da una più partecipata recitazione delle litanie lauretane – recitate comunque durante tutto il percorso – che enfatizzano la già esasperata concitazione dei torciaroli, esausti e inebriati dalla stessa stanchezza, dai canti e dall’odore acre della polvere da sparo.
Nel centro abitato chi dorme è svegliato dall’irruzione dei torciaroli attraverso la Porta di Tocco, una delle cinque che racchiudevano l’antico borgo, poiché gli spari dei fucilieri rimbombano tra gli angusti vicoli.
Curiosità: le Torce dei Caporali
Le torce dei caporali, che non vengono mai accese durante il tragitto, vengono tagliate in piccoli pezzi e distribuite alla popolazione al momento del ricongiungimento dei due tronconi di torciaroli. Questa sorta di “amuleti” sono conservati in casa durante l’anno ed accesi in segno di buon auspicio in caso di tempesta o per scongiurare calamità.
In tempi passati, allo “spuntar delle torce” erano legate tradizioni tra sacro e profano: le ragazze in quel momento si spuntavano le trecce per la credenza che sarebbero cresciute più forti e più belle, le donne si affrettavano a chiudere le cisterne temendo l'inquinamento dell'acqua durante il giorno dell'Ascensione, le fattucchiere insegnavano alle loro figlie le formule magiche per togliere il "malocchio".
Come nasce la Festa delle Torce
Ci sono varie tradizioni che si intersecano in questo rito identitario che da secoli è compiuto dai sonninesi, e sulla cui origine non c’è una datazione certa.
A partire dalle Rogationes, processioni diffuse in Europa nei secoli V-VI ad opera del Cristianesimo: che si girasse intorno ai campi o lungo i confini della parrocchia, con esse si usava invocare mediante suppliche (le stesse litanie minori recitate ancora oggi dai torciaroli) la benedizione sul lavoro e sui prodotti della terra.
Il carattere agrario e propiziatorio delle Rogazioni, a sua volta, ha spinto molti autori ad individuarne l’origine negli arcaici culti agrari degli antichi Romani, compiuti anch’essi nel mese di maggio.
Durante la prima metà del XII secolo le terre delle province di Marittima e Campagna, terre al confine meridionale dello Stato della Chiesa, vissero momenti contrassegnati da una assoluta incertezza politica.
Con il governo papale, spesso incapace di affermare la sua autorità, le comunità vivevano di dispute territoriali che sfociavano anche in conflitti a mano armata. Un’insicurezza che sarà stata, dunque, particolarmente avvertita dalla comunità sonninese.
Al carattere propiziatorio si unisce nel tempo, dunque, anche il bisogno della comunità di una ‘Recognitio Finium’, una ricognizione dei confini, per marcare il territorio con i paesi vicini. Da qui si spiega l’uso ossessivo delle armi e la particolarità del fatto che gran parte del rito avvenga in notturna: tutti debbono seguirne il percorso, soprattutto gli abitanti dei paesi vicini, devono sapere che i Sonninesi stanno disegnando nella notte la mappa della loro terra a grandezza naturale.
Nei secoli, la tradizione cristiana si arricchisce di elementi pagani, legando ai riti dell’Ascensione il carattere della espiazione: si aggiunse al peregrinare il significato della penitenza, per affermare il distacco dal male e dal peccato.
Oggi tutte queste tradizioni si sono fuse nello spirito di Sonnino di celebrare l’appartenenza al proprio territorio, in una festa che è molto sentita dagli abitanti. Una festa che vede, di anno in anno, accrescere la presenza di forestieri o appassionati che si uniscono ai sonninesi in questa lunga ma bellissima escursione montana che attraversa territori incontaminati e panorami mozzafiato. Un’esperienza da non perdere per gli appassionati di trekking!
Invece, per coloro che vogliono aspettare “lo spuntare delle torce” nel centro del paese, troveranno un calendario di eventi musicali, culturali e gastronomici organizzati contemporaneamente al rito.
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