Dove ci sono pirati ci sono isole del tesoro e dove ci sono banditi ci sono grotte del tesoro.
[caption id="attachment_114178" align="center-block" width="750"] Sante Marie by MDG Foto[/caption]
Così anche in Abruzzo a Sante Marie ci sono leggende che riguardano alcuni tesori nascosti al tempo dei briganti che scorrazzavano sulle aspre montagne ricche di grotte e inghiottitoi.
La più intrigante è quella del Peschio Rosso che Luigi Archinti, uno scrittore e pittore, aveva riportato in una sua novella quasi due secoli fa.
Cominciamo dal luogo: Sante Marie è un piccolo comune vicino Tagliacozzo che era a confine fra lo Stato Pontificio e il Regno delle due Sicilie. Come sempre, le zone di confine sono zone amate dai contrabbandieri e dai briganti. Se si è rincorsi in uno stato si può andare a rifugiarsi nell’altro, si ruba da una parte e ci si nasconde nell’altra.
Le montagne sono rocciose e maestose, tanto da essere definite le Dolomiti Abruzzesi, e una parete di roccia scura si propende nella valle come a creare una diga, uno sbarramento o una muraglia. Questo è il Peschio Rossi, un passo che metteva in comunicazione i due stati e un covo di briganti.
Anche i soldati che conoscevano le usanze dei briganti cercavano di pattugliare la zona e un giorno all’alba, uno di loro con una pattuglia di 25 bersaglieri trovò una grotta abbastanza ampia e riparata dove sicuramente qualcuno si rifugiava. La grotta era calda e le rocce sembravano solide per cui non si sarebbero temuti crolli.
Il comandante fece entrare i bersaglieri, lasciandone tre di guardia all’esterno, in attesa di vedere chi frequentava questo riparo. Arrivò una pastora con la sua mandria a pascolare in un vicino prato e il comandante che la conosceva uscì a chiedere informazioni.
La donna si impaurì e iniziò a raccontare della grotta e degli spiriti che la abitavano.
La grotta custodiva un tesoro di 4 forzieri pieni d’oro che era stato trovato via cento anni prima da alcuni pastori. I pastori non riuscirono ad uscire dalla grotta con il bottino, vennero presi a legnate e costretti a rimettere il tesoro nei forzieri.
Tornarono in paese e raccontarono l’accaduto, così altri tentarono di avventurarsi in cerca dell’oro ma ogni volta tornavano malmenati e picchiati. Senza sapere chi fosse che li aveva ridotti in quello stato.
Però la notte sembrava di sentire dei lamenti uscire proprio dalla grotta nel cuore della montagna.
Ad un certo punto, ad un signore venne l’idea di entrare nella grotta e scambiare una ‘fede di credito’ (una sorta di cambiale o di promessa di pagamento) con l’equivalente in oro. Così entrò nella grotta, pose la sua Fede di Credito di 400 ducati su un forziere e si prese l’equivalente in oro.
Gli andò bene!
Ma quando ci provarono altri portando delle Fedi di Credito false vennero comunque presi a bastonate. Ci provò anche un parroco e anche lui fu preso a legnate.
Allora il parroco si mise a studiare vecchi libri e trovò una leggenda che raccontava di una feroce battaglia locale fra francesi e tedeschi che si era combattuta proprio nei pressi. Il tesoro era stato messo da un notabile tedesco e dal suo scudiero che erano in fuga da Scurcola Marsicana.
I due si rifugiarono nella grotta e il notabile uccise il giovane scudiero e lo seppellì all’ingresso della grotta lanciando una maledizione: “la sua anima avrebbe trovato pace solo quando un’altra anima molto amata avrebbe preso il suo posto”.
Il prete iniziò a riflettere sulla maledizione fino a che ebbe un’idea pensando alla pastora e alla sua amata capra bianca. Il prete uccise la capra e la seppellì all’ingresso della grotta di Peschio Rossi. Scavando la fossa trovò le ossa del soldato e lanciò una benedizione per sciogliere il malefico incantesimo.
Il prete prese tutto l’oro e fece la fortuna della famiglia dei Conti di Lottecli. Anche se sul letto di morte, l’anima della capra aleggiava sopra il suo letto.
Nel frattempo i soldati della grotta videro l’immagine di una capra e si misero a rincorrerla per avere parte del suo latte … e la contadina iniziò a recitare una preghiera.
Questa storia è stata raccontata da Luigi Archinti, ma ci sono tante altre leggende sulle varie grotte e inghiottiti del Cammino dei Briganti. Un percorso di 7 giorni fra Lazio e Abruzzo che passa fra i paesi di Sante Marie , Santo Stefano di Sessanio, Pescorocchiano, Borgorose, Magliano de’ Marsi, Tagliacozzo, Torano Nuovo.
Da provare per scoprire nuovi tesori, ma ricordatevi di portare con voi una capra. Non si sa mai!
Seguici sui social