San Giuseppe da Leonessa è un santo particolare che ha diviso la sua vita fra il desiderio di essere un martire e quello di aiutare i bisognosi. Ed ha fatto entrambe le cose in un modo originale e incredibilmente pragmatico.
San Giuseppe nasce a Leonessa l’8 gennaio del 1556 con l’insolito nome di Eufranio, che significa ‘portatore di gioia’, e perde i genitori benestanti quando aveva solo dieci anni. Lo zio lo manda a studiare a Viterbo e poco dopo lui si oppone alla famiglia e prende i voti come frate cappuccino ad Assisi.
La zona di Rieti vicino a Leonessa è chiamata la ‘Valle Santa’ e questo è il luogo dove si incontrano il cammino di San Francesco, patrono d’Italia, e quello di San Benedetto, patrono d’Europa.
In questa area, San Giuseppe cresce con il desiderio di fare qualcosa di speciale per gli altri e per purificare le sue intenzioni si sottopone a molte pene corporali.
La sua prima grande idea di missione è quella di andare a Costantinopoli ad aiutare i cristiani in difficoltà. Normalmente queste missioni spettano ai Gesuiti ma una peste aveva decimato l’ordine e il papa Sisto V affida il compito ai cappuccini.
San Giuseppe ha 31 anni e non rientra fra i sacerdoti della missione, ma all’ultimo minuto uno si ammala e lui parte per Costantinopoli che da oltre un secolo è ormai uno dei principali centri musulmani. I turchi avevano lasciato al loro posto il patriarca e i vescovi “orientali”, separati dalla Chiesa di Roma dopo lo scisma nel 1094, ma perseguitavano i vescovi cattolici.
Qui i cappuccini si impegnano a restaurare un convento nel quartiere Pera e a dare aiuto ai cristiani e agli infermi.
Ad un certo punto decide che doveva affrontare il problema dell’islam in modo radicale e vuole convertire direttamente il sultano Murad III. Si introduce nel suo palazzo ma viene scoperto, arrestato e sottoposto a pene corporali incredibili. Viene legato con una mano e un piede ad una trave sotto la quale arde un fuoco per tre giorni.
Forse per la sua esperienza alle sofferenze, forse per il suo destino, San Giuseppe si salva e viene espulso da Costantinopoli. La leggenda dice che un angelo è sceso per salvarlo e guarirlo dalle ferite.
Torna in Italia ancora più convinto del ruolo dei monaci nel supporto alle anime e ai corpi dei bisognosi e inizia una intensa attività di predicazione in tutta l’Italia Centrale. Girando e parlando con tutti si rende conto di cosa realmente occorre alle persone e si dedica alla promozione dei Monti Frumentari.
Grazie alla sua attività nascono confraternite con il suo nome in tutta la zona e quando muore ad Amatrice, il 4 febbraio 1612, il suo corpo viene sottoposto ad una particolare imbalsamazione. Ognuno voleva un pezzettino del suo corpo come reliquia perché erano certi che sarebbe stato santificato.
Pochi anni dopo, approfittando di un terremoto, il suo corpo viene portato a Leonessa in un santuario a lui dedicato e viene poi proclamato santo da Benedetto XIV nel 1746.
Ma cosa sono i Monti Frumentari?
Sono una forma di supporto che oggi potremo definire come l’anticipatrice del micro-credito. Una sorta di banca dei semi che dava le sementi ai contadini in difficoltà che altrimenti non avrebbero potuto coltivare i campi.
Alcune volte la povertà spingeva i contadini a mangiare anche il grano e l’orzo che dovevano destinare alla piantumazione l’anno successivo. Ma se non si semina non si raccoglie ed il problema della povertà diventa impossibile da risolvere e spesso le persone diventavano vittima dell’usura.
Così i monaci si impegnavano in vari modi: i francescani nel Monte di Pietà e San Giuseppe nel Monti Frumentari.
Proprio come dice il proverbio cinese di non regalare il pesce ma la canna da pesca e di insegnare a pescare, San Giuseppe da Leonessa si è prodigato nella promozione della coltivazione dei campi.
I primi monti frumentari nascono nel XV secolo e quello di Rieti nasce nel 1488 e i contadini partecipano alla loro creazione donando alcune giornate di lavoro e di semi. Quando si verificava una eccedenza di semi, poi, questi venivano venduti per creare dei Monti Pecuniari che prestavano soldi a bassi interessi (5%) agli agricoltori.
I Monti Frumentari si diffusero molto grazie al cardinale Orsini, arcivescovo di Benevento che venne poi eletto papa con il nome di Benedetto XIII e ordinò a tutti i vescovi dell’Italia centro meridionale di facilitare la nascita dei Mondi Frumentari.
Dopo un periodo di declino, i Monti Frumentari vengono riattivati da Francesco I Borbone nel 1826 e al momento dell’unità d’Italia ne esistevano oltre 1.000 nel Regno delle Due Sicilie. Vennero Aboliti dai Sabaudi.
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