Sgurgola stemma Colonna
Sgurgola, Sculca, Sgorga, Scruta … ma sempre Bellatrix!

Sgurgola, Sculca, Sgorga, Scruta … ma sempre Bellatrix!

Ci sono molte storie sul significato di Sgurgola e dello spirito Sgurgolano, ma la più bella è quella legata al suo stemma Bellatrix! Sono chiamati ‘scoppettieri’ dai comuni limitrofi. Gente dal carattere indomito che nell’Ottocento li ha addirittura portati a creare una propria ‘piccola armata garibaldina’ per andare a conquistare Roma!

Bellatrix vuol dire ‘donna guerriera’ (ed è anche una luminosa stella di Orione) e Sgurgola lo ha scritto nel suo stemma come simbolo della sua personalità. Un popolo di belligeranti focosi sempre pronti a lottare per far valere le proprie ragioni. Questi sono i pregi e i difetti degli sgurgolani: lottano sempre per le proprie idee e per questo spesso non riescono a mediare e a fare squadra con gli altri.

Sgurgola nasce come punto di vedetta per il controllo della Valle del Sacco. La sua formazione geografica, con un piccolo pianoro in quota, la rendeva perfetta per la costruzione di una torre, poi diventata presidio militare e poi trasformato in castello.

L’obiettivo era controllare la Valle del Sacco dove passavano tutti i vari eserciti.

La storia del Lazio si può riassumere in modo sintetico in questo modo: dopo la caduta dell’impero romano arrivano le invasioni di barbari e saraceni. Le popolazioni che vivevano in pace nelle fertili valli si spostano in alture vicino a torri o monasteri presidiati. Nascono poi i castelli, i borghi dentro le mura e arriva un feudatario nominato dalla Chiesa (siamo nello Stato Pontificio).

Nel Rinascimento torna la pace e molti castelli si trasformano in palazzi signorili e le valli tornano ad essere popolate. Con il Barocco arrivano nuovi fasti e si trasforma l’interno di molte chiese esistenti. Poi passa l’esercito di Napoleone che in modo scientifico depreda e distrugge molte chiese.

Sgurgola era un presidio militare abitato quindi da guarnigioni militari che, per loro natura, sono belligeranti. Le grandi vie commerciali, dove passavano e si scambiavano persone e idee, erano dall’altra pare del fiume e il paese ha quindi vissuto una vita sociale concentrata al suo interno.

Il suo feudatario, il principe Colonna, non prestava molta attenzione a Sgurgola e la usava come ‘bancomat’ imponendo un governatore preso sempre da altre regioni. Non ha costruito palazzi o opere particolari nel Rinascimento. Si vede un palazzotto vicino l’area del castello, si riconosce lo stemma sul portone, ma Sgurgola era utile soprattutto per le tasse dei suoi cittadini.

Un bambino che cresce senza amore è un bambino che può diventare triste o guerriero. Così gli sgurgolani diventano ancora più guerrieri e con un innato senso di ribellione a tutte quelle che sembrano proposte che vengono da una autorità centrale che non persegue il bene comune.

L’episodio più significativo di questa sofferenza all’autorità e di questo spirito guerriero è avvenuto nel periodo in cui Garibaldi stava risalendo l’Italia dopo lo sbarco a Marsala. Gli Sgurgolani si sentivano eccitati all’idea di liberarsi del feudatario e di un regime che fino ad allora non gli era stato vicino e decidono di supportare Garibaldi nella sua marcia su Roma.

Formano una piccola armata di una quindicina di uomini, indossano le camice rosse e si recano incontro all’esercito. Arrivati a Valmontone scoprono che Garibaldi si era fermato a Teano e che aveva fatto un accordo con il re d’Italia e tornano indietro.

Questa è Sgurgola, questo il suo fiero popolo. Se andate a Sgurgola e vi imbattete in accese discussioni non vi preoccupate. Quello che in altri paesi sarebbe un dibattito feroce combattuto all’ultimo sangue, qui a Sgurgola è una chiacchierata fra amici per decidere cosa fare la sera. Poi tutto torna sereno.

Ma durante le loro feste questo spirito si trasforma in caciara giocosa e in divertimento da non perdere!


Scritto da
Claudia Bettiol

Ingegnere, futurista e fondatrice di Discoverplaces. Consulente per lo Sviluppo Turistico dei Territori, specializzato nella sostenibilità e nella promozione culturale dei piccoli territori e delle...

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